Strategie per lo sviluppo/2. Dall’Italia all’Europa

Il governo italiano ha risposto alla lettera della Bce il 26 ottobre, dopo una complessa trattativa che ha visto un confronto interno alla maggioranza durato diverse settimane e conclusosi solo all’ultimo momento, un’ora prima dell’incontro decisivo tra i capi di governo.

Il documento di risposta alla Bce è molto più lungo della lettera firmata da Trichet e Draghi (che subentra al primo dall’1 novembre), contiene una serie di impegni cadenzati nel tempo da 2 a 18 mesi e – per quanto riguarda l’istruzione – raccoglie soprattutto lo specifico invito a utilizzare gli indicatori di performance a fini di miglioramento della qualità del sistema educativo.

Il paragrafo dedicato all’istruzione, intitolato Promozione e valorizzazione del capitale umano, annuncia che “l’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti”. Generici appaiono gli altri impegni presi sul versante scolastico: “si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento”.

Più concreti appaiono gli obiettivi enunciati per l’università: approvazione di tutti i decreti attuativi della riforma entro il 31 dicembre 2011, aumento della quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall’ANVUR e ampliamento della gamma delle rette di iscrizione “con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti” e l’avvio di uno “schema nazionale di prestiti d’onore”.

Quasi tutte le operazioni sopra indicate richiederanno l’impiego massiccio di criteri e parametri di valutazione delle performance, sia individuali sia istituzionali (scuole, università). Serviranno tempo, coerenza e forte determinazione per vincere le resistenze, anche corporative, che si opporranno alla valutazione delle performance, ma la strada imboccata – o almeno enunciata – sembra chiara. Certo, come si è osservato da parte di molti, dai vertici europei a Draghi a Napolitano, si tratterà ora di passare dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti. E sarà decisivo il come ciò avverrà.