Stipendi in Europa: aumenta la forbice per i docenti italiani
Ha ragione il ministro Valditara ad affermare che l’Italia degli stipendi dei docenti non è il fanalino di coda dell’Europa, come ha anche accertato, con un’approfondita comparazione, Tuttoscuola, che ha messo a confronto gli stipendi di fine carriera dei docenti di scuola primaria e di scuola secondaria di II grado di casa nostra con quelli corrispondenti dei Paesi dell’Unione.
Per la precisione, in questa specie di graduatoria, dove in alcuni Paesi gli stipendi dei docenti sono il doppio di quelli dei colleghi italiani, l’Italia si posiziona oltre la metà, precedendo soprattutto i Paesi dell’est europeo: non è, quindi, fanalino di coda.
Tuttavia, hanno ragione i sindacati della scuola e alcuni esponenti dell’opposizione a chiedere un cambiamento radicale negli investimenti per la scuola e, in particolare, per avvicinare gli stipendi dei docenti italiani ai livelli europei.
In proposito, il ministro, in un recentissimo question time al Senato, riferendosi proprio al rapporto OCSE “Education At A Glance 2024”, ha precisato che i dati sono riferiti all’anno scolastico 21-22 e formalizzati con la chiusura del CCNL nel 2023, cioè prima della sua gestione.
Proprio sul problema degli stipendi, alcuni mesi fa, Valditara aveva dichiarato “Ho chiesto e ottenuto che la scuola possa avere altri 3 miliardi per il nuovo contratto dei docenti”.
Se son rose, fioriranno, dunque, perché di risorse, di molte risorse per gli stipendi, c’è bisogno per colmare il divario con l’Europa e ridurre la forbice dei livelli stipendiali che negli ultimi anni è andata ad aumentare, come risulta a Tuttoscuola.
Confrontando i dati stipendiali 2023 (che Valditara riferisce al 21-22) del Rapporto OCSE 2024 con quelli del 2020 del Rapporto OCSE 2021, si registra (per il top stipendiale dei docenti sia di primaria che di secondaria di II grado) per i docenti italiani un incremento di poco inferiore al 16%.
Al contrario, 4-5 Paesi hanno registrato, rispetto all’Italia, un incremento maggiore dell’ordine percentuale di un punto o due; una decina di altri Paesi (tra cui Olanda, Belgio, Austria, Francia, Spagna) hanno registrato un incremento maggiore, sempre rispetto all’Italia, di quattro punti e più in percentuale, o fino a dieci punti in più, come in Olanda, Belgio, Austria, Lituania.
L’Italia, dunque, sembra allontanarsi sempre più dall’Europa.
Il gap da colmare richiederà risorse cospicue.
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