Stipendi dei docenti italiani e quelli degli altri: il primo ciclo italiano sotto la media UE
Stipendi dei docenti italiani e quelli degli altri/2
Lo stipendio lordo iniziale annuo dei docenti italiani di scuola primaria (e di scuola dell’infanzia), secondo i dati OCSE contenuti in “Regard de l’éducation 2018”, è di 28.514 euro, cioè oltre tre mila euro al di sotto della media dei Paesi dell’UE (31.699) e di quasi 4 mila sotto la media dei Paesi aderenti all’OCSE.
A parte il piccolo Lussemburgo che, come per i prof della secondaria, eroga stipendi altissimi anche agli insegnanti degli altri settori scolastici, tutti i principali Paesi dell’Europa centrale e settentrionale assicurano retribuzioni iniziali agli insegnanti di primaria superiori a quelli degli italiani, con la Germania che assegna retribuzioni doppie di quelle italiane.
La retribuzione a fine carriera per i docenti italiani di primaria è di 11 mila euro inferiore alla media dei Paesi europei. Come negli stipendi iniziali, i docenti italiani anche nelle retribuzioni di fine carriera si situano appena sopra a quelle dei colleghi dell’est europeo.
E’ anche vero che gli insegnanti di scuola primaria in Italia sono di più in rapporto al numero di studenti rispetto ad altri paesi: in Italia il numero di alunni di scuola primaria per maestro è di 11,4 (tenendo fuori dal calcolo gli insegnanti di sostegno), rispetto ai 14,1 della media europea. In Francia sono addirittura 19,4, in Germania 15,3, negli Stati Uniti 15,2 (Fonte Ocse, Education at a Glance 2018).
Fermo restando che lo stipendio è assolutamente inadeguato rispetto alla complessità del ruolo svolto, va anche ricordato dunque che a parità di spesa, se il rapporto fosse più vicino alla media degli altri paesi, guadagnerebbero tutti di più.
Vi è analogia di posizioni e di rapporti anche per i professori della secondaria di I grado, che, rispetto alla media retributiva iniziale dei Paesi dell’UE, hanno stipendi annui lordi inferiore di circa 3mila euro.
Gli stipendi di fine carriera dei professori di scuola secondaria di I grado dei Paesi UE superano di circa 10 mila euro annui quelli degli italiani.
Rispetto ai principali Paesi dell’Europa centrale e settentrionale, le retribuzioni dei prof di scuola media italiani è inferiore sia nei valori iniziali di carriera sia nei livelli al top della progressione stipendiale.
Nel confronto con i colleghi francesi i professori italiani la differenza nello stipendio iniziale vede i transalpini in vantaggio di poche centinaia, ma a fine carriera i francesi superano di ottomila euro i docenti di casa nostra.
Gli inglesi che nello stipendio iniziale si trovano al di sotto dei colleghi italiani, a fine carriera superano di oltre mille euro gli italiani.
I docenti del primo ciclo della scuola italiana, come anche quelli della scuola dell’infanzia, sono appesantiti da un gap retributivo rispetto ai collegi europei che soltanto una coraggiosa riforma potrà colmare.
Intanto in Parlamento, su iniziativa del Movimento 5 Stelle, si discute di ridurre ulteriormente il rapporto alunni-docenti: si pensa di farlo lasciando invariata la retribuzione (il che comporterebbe un aumento di spesa per gli stipendi proporzionale alla riduzione del rapporto), oppure di aumentarla come “vorrebbe tanto” il ministro Bussetti, con conseguente esplosione del costo per stipendi?
Certamente sullo sfondo va tenuto conto del calo demografico, ma quella è un’opportunità che andrebbe inquadrata in un obiettivo di miglioramento complessivo della qualità del sistema formativo.
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