Spigolando tra le dichiarazioni politiche del dopo manifestazione/1

La manifestazione di sabato 17 promossa dai comitati spontanei di genitori sorti a difesa del tempo pieno, e sostenuta da molti sindacati e dai partiti della minoranza, ha raccolto l’attenzione dell’opinione pubblica e per molti leader politici e sindacali è stata l’occasione per intervenire sul tema. Proponiamo un rassegna di interventi che danno la misura di quanto si sia invelenito lo scontro politico sul terreno della scuola.
Letizia Moratti “è il peggior ministro dell’Istruzione che abbia conosciuto l’Italia. Deve andarsene via”. Il più drastico è stato Armando Cossutta, presidente del Pdci. Ma non è da meno, anzi, l’aggraziata Giovanna Melandri (Ds), secondo la quale il governo è “composto da sciagurati che non prestano alcuna attenzione ai bisogni dei cittadini”, e sta “letteralmente sgretolando, disfacendo l’architettura dello stato sociale del nostro paese”.
Bordate di ritorno dal centrodestra: “la protesta della sinistra contro la riforma Moratti è l’ennesimo atto di pura demagogia che demonizza, alterandoli volutamente, i contenuti della scuola. Tutti sanno che nel decreto che la Commissione Cultura voterà, il tempo pieno sarà ampiamente conservato”. E’ l’opinione del capogruppo di Forza Italia nella Commissione cultura della Camera Fabio Garagnani, che il decreto dovrebbe conoscerlo bene, se è vero che nei giorni scorsi era stato designato relatore del decreto subito dopo le dimissioni dell’on. Napoli, poi prontamente rientrate.
Non ha una migliore considerazione dei manifestanti di sabato Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An: “la gran parte di coloro che hanno sfilato a Roma contro la riforma Moratti sono i nostalgici di politiche scolastiche che hanno portato la preparazione degli studenti italiani ai livelli più bassi di quasi tutto l’Occidente”. Le politiche di cui molti manifestanti hanno nostalgia, secondo il senatore di An, sono quelle che “hanno trasformato la scuola in un grande centro di collocamento per insegnanti sottopagati; la scuola delle sperimentazioni permanenti, della massificazione egualitaria, dell’insofferenza per il merito, la scuola degli sprechi: una scuola che ci allontana dall’Europa, un modello inefficiente che non vogliamo più”.
D’altronde i conti non tornano neanche nella scuola della Moratti, nella quale, secondo il responsabile di Legambiente per la scuola Vittorio Cogliati Dezza “27+ 10+ 3 = 27. Infatti le 10 ore previste per il tempo pieno e le 3 destinate alle attività facoltative non sono paragonabili a un’attività didattica ma a un dopo-scuola”.