Sistema di valutazione e federalismo scolastico

Il Governatore della Banca d’Italia Draghi sollecita un rinnovamento del sistema scolastico che si “fondi sull’autonomia e su un’efficace capacità di valutazione“. E’ d’accordo il ministro dell’istruzione Gelmini che rappresenta “la necessità di rinnovare la scuola, puntando anche su un efficace sistema di valutazione“. Il sen. Ichino (PD) sul Sole 24 Ore sottolinea che è “ancora lontana l’introduzione di un sistema di valutazione e incentivazione di scuole e insegnanti“.

Il filo conduttore delle dichiarazioni è lo stesso: esigenze di controllo e di miglioramento dei livelli di qualità del sistema educativo.

Anche le trasformazioni in chiave autonomistica fanno crescere le esigenze unitarie dell’ordinamento scolastico. Nel nuovo assetto istituzionale della Repubblica, che stabilisce la pari dignità degli enti territoriali, la valutazione viene ad espletare una funzione di garanzia dell’efficienza gestionale e della unitarietà del sistema educativo.

C’è quindi da fare molto e non si può più aspettare. Occorre creare le condizioni per indurre tutti gli attori del sistema educativo a modificare radicalmente i loro comportamenti.

Dal centro si pretende troppo spesso di gestire tutto in controtendenza con quanto si vorrebbe realizzare con il federalismo fiscale che significa prima di tutto decentramento, responsabilità politiche territoriali, analisi dei fattori socio-economici che possono influenzare i costi delle prestazioni. Appare, perciò, inderogabile porre le premesse normative per procedere alla istituzione del servizio di valutazione in parallelo alla attuazione del federalismo scolastico.