Si prospetta un nuovo carico di responsabilità del dirigente scolastico per le misure sanitarie

La responsabilità del dirigente scolastico nella sua veste di datore di lavoro non si limita all’ambito della sicurezza connessa alle strutture in cui si svolgono le attività scolastiche, ma riguarda anche l’ambito della salute dei dipendenti e degli alunni.

Il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 ha, in proposito, una titolazione significativa: “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Alcuni passi del testo lo confermano: “Adotta ogni misura precauzionale (compensativa) atta ad impedire qualsiasi forma di pericolo per la salute e la sicurezza degli occupanti”. “Organizza e gestisce le situazioni d’emergenza”. Per “la valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli allievi presenti a scuola (nonché degli eventuali ospiti), il dirigente scolastico si avvale dell’opera del Servizio di Prevenzione e Protezione”.

Le misure sanitarie che dovranno essere adottate nelle scuole dal prossimo anno scolastico chiamano in causa il dirigente scolastico che, come datore di lavoro, dovrebbe essere responsabile di tutti gli interventi necessari per prevenire il contagio (distanziamenti tra le persone, regolamentazione della mobilità interna e degli accessi, impiego delle mascherine e dei guanti, interventi di sanificazione dei locali, installazione di apparecchiature per l’igiene personale).

La messa in atto di tutte le misure di prevenzione e l’acquisto delle dotazioni sanitarie necessarie ricadono sulla responsabilità del dirigente che potrebbe trovarsi anche nella difficoltà di provvedervi per mancanza di risorse finanziarie. Per non parlare della salvaguardia della salute del personale, che nel 39% dei casi a livello nazionale ha più di 55 anni di età.

Nel caso si accertasse che eventuali casi di contagio hanno avuto origine in ambienti scolastici, il dirigente scolastico potrebbe essere chiamato a rispondere in sede amministrativa, civile e penale. Si potrebbe verificare il contagio di un bambino, di un insegnante o di un collaboratore scolastico, ad esempio. Nel caso più tragico potrebbe avvenire il decesso della persona che si è contagiata a scuola o di un familiare a sua volta contagiato. E’ evidente che questa spada di Damocle sulla testa dei DS potrebbe bloccare tutto il processo per la riapertura delle scuole, di cui vanno invece assicurate preventivamente le condizioni di fattibilità.

A nostro avviso la proposta di legge Ascani sulla sicurezza nelle scuole, già incardinata in Parlamento, può essere il contenitore normativo giusto: non solo deve riprendere sollecitamente il suo iter, ma dovrà essere integrata in riferimento alla salute e alle misure di prevenzione. Si risolverebbero così con un unico atto due criticità che impattano pesantemente sulla gestione delle istituzioni scolastiche