Pandemia e fraternità, il nuovo libro di Vincenzo Paglia

Vincenzo Paglia, già vescovo di Terni, nominato arcivescovo nel 2012 da papa Benedetto XVI, e Presidente della Pontificia Accademia per la Vita da papa Francesco nel 2016, è l’autore di un saggio – un vero e proprio instant book – appena pubblicato da Mondadori per Piemme (Milano 2020), intitolato Pandemia e fraternità: una serrata e intensa riflessione, come indica il sottotitolo (“La forza dei legami umani riapre il futuro”), sugli interrogativi, anche filosofici ed esistenziali, che la pandemia di Coronavirus sta suscitando in tutto il mondo.

Il libro nella parte finale contiene il testo della ‘Nota della Pontificia Accademia per la Vita sulla emergenza da Covid-19’, datata 30 marzo 2020, dedicata alla problematica trattata nel volume, frutto del lavoro di 163 accademici che hanno collaborato alla stesura del documento. Sia la Nota che le riflessioni di Vincenzo Paglia, naturalmente, sono ricche di riferimenti ai testi classici della tradizione religiosa giudaico-cristiana, la Bibbia, i Salmi, i Vangeli, e frequenti sono anche i riferimenti alle encicliche più recenti, in particolare alla Laudato sì di papa Francesco che per il suo afflato universalistico si pone nella stessa dimensione planetaria. Ma sarebbe un errore pensare che la Nota e il libro siano rivolti solo ai cattolici, o più ampiamente ai cristiani, e che per seguirne le argomentazioni occorra essere necessariamente credenti.

In realtà questi testi parlano agli uomini, e degli uomini, in quanto tali, e il concetto di ‘fraternità’ che li percorre, se ha le sue radici nella cultura religiosa, appartiene anche a quella laica classica (basti pensare allo stoicismo e a Seneca) e moderna, essendo una delle tre parole simbolo della rivoluzione francese.

All’umanità intera la pandemia in corso ricorda quanto gli individui siano fragili, e quanto vulnerabili e provvisorie siano le difese che essi hanno costruito nel tempo per salvaguardare la loro vita e proteggere i loro privilegi. Se l’identità di condizione e di destino riguarda tutti, il problema è di tutti, credenti e non credenti, e da tutti deve essere affrontato e risolto in una logica di condivisione e cooperazione, l’unica con la quale l’umanità può sperare di sopravvivere alle insidie di una natura che si ribella alle troppe offese che l’uomo (meglio, alcuni uomini, per egoismo e insipienza) le ha arrecato. Anche nella battaglia contro il Covid-19, ricorda Paglia, la chiave di volta del successo è la solidarietà, quel rispetto delle regole da parte di ciascuno che è la condizione per la sopravvivenza di tutti.