Severità e rigore non sono di casa negli scrutini finali

Riteniamo che le grida (un po’ manzoniane), provenienti in questi anni (gestione Gelmini) dal Palazzo della Minerva di viale Trastevere a Roma per una maggiore severità nella valutazione degli studenti, non siano state in grado di influenzare più di tanto le decisioni degli insegnanti.

A parte un paio di strumenti normativi che oggettivamente possono incidere sulla valutazione negli scrutini finali per l’ammissione alla classe successiva (ci riferiamo al voto insufficiente nel comportamento e alla non validità dell’anno scolastico per il mancato raggiungimento dei tre quarti di presenza alle lezioni), la determinazione degli insegnanti in sede di scrutinio finale difficilmente può essere influenzata da lontani fattori esterni. Forse.

Eppure, se si confrontano gli esiti degli scrutini finali negli istituti di istruzione secondaria superiore di questo anno scolastico con quelli dell’anno precedente, non può passare inosservato il fatto che è aumentata la percentuale di ammessi in tutt’Italia, per ciascun anno di corso e per tutte le tipologie di istituto. E in questa performance complessiva va anche aggiunto l’incremento di studenti ammessi direttamente a giugno e il parallelo decremento della percentuale di quelli con giudizio sospeso.

È quanto emerso dal Focus curato, come al solito, dall’Ufficio statistico del Miur, pubblicato in questi giorni sul sito del ministero.

Complessivamente l’anno scorso gli ammessi erano stati pari all’86,4%; nel 2011-12 sono stati invece l’88,2%, con un aumento di quasi 2 punti in percentuale. Notevole il miglioramento nel primo anno di corso, dove, per quanto riguarda la percentuale finale di studenti respinti, si è passati dal 19,1% del 2010-11 al 16,6% del 2011-12, con una flessione di 2,5 punti in percentuale.