Secondo ciclo/7: la pari dignità in pericolo

A proposito della pari dignità tra il percorso dei licei e quello dell’istruzione e formazione professionale si deve registrare un altro pericolo. Proviene dalla richiesta delle Regioni, accolta nel testo del dlgs. sull’attuazione dell’art. 5 della legge n. 53/03, di omettere la parte relativa alla formazione iniziale e in servizio dei docenti del sistema di istruzione e formazione professionale. Richiesta derivante dal fatto che sulla questione il Governo aveva voluto richiedere solo il parere alle Regioni, rifiutandosi di raggiungere l’intesa (come sarebbe sembrato più opportuno, su un passaggio così importante).
Al di là delle intenzioni e delle ragioni, tuttavia, la mancata intesa con le Regioni profila oggettivamente all’orizzonte un rischio molto grave. Può darsi, infatti, che possa addirittura concretizzarsi la tentazione di costituire venti sistemi di formazione iniziale e in servizio dei docenti del sistema dell’istruzione e formazione professionale diversi tra loro, e non solo tra loro ma anche e soprattutto diversi rispetto al sistema di reclutamento previsto nell’istruzione statale (laurea magistrale per l’insegnamento, praticantato, ruolo).
Se così fosse, come sarebbe possibile continuare a parlare di pari dignità tra il sistema dei licei e il sistema dell’istruzione e formazione professionale? Come continuare a parlare di interconnessione tra i due sistemi sia dalla parte dei docenti sia da quella degli studenti? E poi come sarebbero possibili i trasferimenti dei docenti tra i licei e i percorsi dell’istruzione e formazione professionale in assenza di una unicità della funzione docente e perciò di una omogeneità qualitativa? La pari dignità dei percorsi, così, resterebbe una semplice affermazione di principio.