Secondo ciclo/2. Regioni: non basta il parere, serve l’intesa

Negli ambienti ministeriali si fa presente che il testo del decreto tratta solo materie di carattere ordinamentale (norme generali e livelli essenziali di prestazione), di competenza esclusiva dello Stato, sulle quali è prevista solo l’acquisizione del parere delle Regioni: parere (non vincolante) che deve essere acquisito, come prevede la legge 53/2003, solo dopo l’approvazione in prima lettura dello schema di decreto da parte del Consiglio dei ministri, e non prima.
Ma il decreto al capo terzo, art. 17, impone alle Regioni di assicurare “l’adozione di misure che consentano l’avvio contemporaneo dei percorsi del sistema educativo di istruzione e formazione“.
Ecco perché le Regioni chiedono con forza al governo di indicare quali azioni intende promuovere per costruire le condizioni idonee nelle quali collocare la prevista articolazione del secondo ciclo e il passaggio di competenze in materia di istruzione e formazione dallo Stato alle Regioni.
Su questo presupposto le Regioni hanno chiesto che lo schema di decreto sia oggetto di intesa e non della semplice acquisizione di parere, in quanto disciplina materie di esclusiva competenza delle Regioni in tema di istruzione e formazione professionale e concorrente per il settore istruzione. Se il ministro Moratti in vista della prossima Conferenza unificata del 14 luglio non dovesse accettare la tesi dell’intesa, diventerà ancora più difficile il rispetto del termine del 18 ottobre, data di scadenza per l’esercizio della delega da parte del Ministro.