Secondo ciclo. Le Regioni prendono tempo

Un punto di convergenza tra le Regioni c’è: nessuna fretta. Le motivazioni sono diverse, ma la conclusione è la stessa. Gli istituti tecnici e professionali non rischiano di essere oggetto di “appetito” da parte delle Regioni per la semplice ragione che caso mai l’appetito di queste ultime si estende a tutta l’offerta formativa, compresa quella liceale. Ma se ne parlerà al tempo opportuno, che non è, par di capire, né domani e neanche dopodomani.
Su questo tema nell’ultimo numero di “Professione docente”, periodico della Gilda (www.gildains.it), compare un’intervista parallela a due degli assessori regionali all’istruzione e alla formazione più in vista, Mariangela Bastico e Alberto Guglielmo, esponenti rispettivamente di un governo di centro-sinistra (Emilia-Romagna) e di centro-destra (Lombardia).
Ecco le parole dell’assessore Bastico: “Non possiamo accettare la ‘consegna’ di pezzi dell’istruzione alle Regioni, né trattative separate: il tavolo competente è la Conferenza Stato-Regioni“. Tradotto: siamo per un accordo globale su tutto il sistema, e fino a quando l’accordo non sarà stato raggiunto, non cambia niente.
L’assessore Guglielmo, a sua volta, dice che “la Regione non ha interesse ad ‘appropriarsi’ degli istituti professionali e dei loro docenti, dirigenti, strutture, ma ha interesse a diffondere una buona qualità dell’istruzione e della formazione professionale. Chiediamo tempi congrui di almeno 5 anni per l’applicazione del decreto“.