Secondo ciclo: il difficile dialogo tra Stato e Regioni

Nella Conferenza unificata del 24 novembre 2005 le Regioni hanno chiesto ed ottenuto di definire, prioritariamente, in relazione ai contenuti dell’articolo 27 e 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, le questioni legate alla distribuzione delle competenze tra stato, regioni e autonomie. Lo sforzo di attuare le scelte operate dal Governo, e non condivise dalle Regioni, impone un esame del nuovo quadro costituzionale che ha effetti sulle regole di governo e di gestione del servizio d’istruzione e formazione.
L’unitarietà del sistema educativo e la pari dignità dei due percorsi che la riorganizzazione del secondo ciclo deve garantire, sono perseguibili solo in presenza di una precondizione organizzativa. Per questo dovrebbero essere rivisti gli assetti sia strutturali sia di funzione degli apparati amministrativi, quantificate le risorse necessarie per la costituzione del nuovo sistema, individuate le fonti di finanziamento.
L’obiettivo è non accreditare la concezione che il sistema educativo – così come configurato dalla legge 53/2003 – possa subire una disarticolazione sia ordinamentale sia gestionale-organizzativa, con segmenti formativi interamente gestiti dallo stato (licei) ed altri di esclusiva competenza delle regioni (istruzione e formazione professionale).
A seguito di quanto emerso nella Conferenza è stato convocato per mercoledì 7 dicembre 2005 il tavolo tecnico "… in ordine alla richiesta delle Regioni di un confronto sulle questioni relative all’applicazione del titolo V della Costituzione… ai fini della discussione dei due schemi di decreti ministeriali indicati in oggetto, in attuazione degli adempimenti di cui agli articoli 27 e 28 del decreto legislativo n. 226 del 2005…".