Se ne va Raffaello Masci, un amico della scuola e di Tuttoscuola

Era un giornalista come non ce ne sono più, di quella pasta che fa la differenza. Ma era anche uno studioso e grande conoscitore del mondo della scuola.  Ed era soprattutto un grande amico di tutti noi, della grande famiglia di Tuttoscuola. Ci ha lasciati, Raffaello Masci. E per noi c’è ora un grande dolore. Si è spento nel primo pomeriggio di sabato, a 67 anni. Da pochi giorni era ricoverato all’Ospedale San Camillo De Lellis di Rieti, per le complicanze di una polmonite batterica. E lì è deceduto, da solo, in un reparto d’ospedale, lui che aveva trascorso tutta la vita in mezzo alla gente, come hanno scritto i suoi cari.

Aveva iniziato la sua carriera al quotidiano romano “Il Tempo”, sotto la direzione di Gianni Letta. E lì era cresciuto, fino ad arrivare – in pochi anni – alla redazione del quotidiano torinese “La Stampa”, in cui, dopo aver ideato l’inserto “Leonardo” dedicato ai giovani e alla scuola, ha lavorato come inviato in più di 40 Paesi del mondo, e dov’era rimasto fino ai giorni della pensione, qualche anno fa. E poi si era ritirato in quel di Casperia, vicino Rieti, alla quale era rimasto sempre profondamente legato. 

Del suo lavoro si potrebbero ricordare tante cose, così come dei suoi libri (l’ultimo è stato “Ricordati del fuoco”, una biografia di storie familiari di Casperia), tutti scritti con la preoccupazione di aiutare i giovani, a cominciare dalla ricerca di un lavoro.

Raffaello era una persona di una fine gentilezza e di una schietta simpatia. Sensibile e brillante. Ma chi l’ha conosciuto bene sa anche che era capace di grande ironia, come tutte le persone aperte alla vita e quindi più capaci di saperla leggere sempre col sorriso. Anche con noi di Tuttoscuola, negli anni in cui non ci aveva fatto mancare il suo sostegno e la sua collaborazione, anche in nome della sincera stima e amicizia per il nostro fondatore Alfredo Vinciguerra, era sempre stato un protagonista. Lo ricordiamo per il suo corso di giornalismo per le scuole (anche nella formula di studio-lavoro del programma “Giornalisti in Alternanza” di TuttoAlternanza.it), insieme a diversi autorevoli colleghi, che aveva riscosso grande successo. Aveva scoperto una vera vocazione per il lavoro con gli studenti, che sapeva coinvolgere e appassionare, avvicinandoli a un giornalismo serio e rigoroso. Sapeva attirare l’attenzione dei ragazzi, anche grazie alla innata capacità di spiegare con grande chiarezza le cose, e farli sentire a loro agio pur riconoscendogli autorevolezza. Questo avrebbe fatto di Raffaello certamente anche un ottimo insegnante. Ma lo ricordiamo anche quando venne a Genova nel 2004 a moderare con arguzia e vivacità il dibattito sul nostro dossier “2015, fine della scuola?”, e per la redazione di diversi approfondimenti e dossier, soprattutto per quanto riguarda l’orientamento e la scelta dell’università.

Lascia un vuoto profondo in tutti noi, come si dice in questi casi. E non sono parole di circostanza. Addio Raffaello, sei stato un amico sincero e un professionista di rango. Noi non lo dimenticheremo.

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