Se contasse come prima, oggi si investirebbero in istruzione 4 miliardi in più all’anno

Vediamo i dati più in dettaglio (le tabelle e ulteriori approfondimenti sono consultabili sul portale tuttoscuola.com).
Dal 1990 al 2005 la spesa pubblica globale è passata da 373.503 milioni di euro a 687.291 (ovviamente l’aumento ha risentito anche dell’inflazione), con un incremento complessivo dell’84%.
La spesa per l’istruzione è cresciuta meno (i 38.355 milioni di euro del 1990 sono diventati 66.365 nel 2005), facendo registrare una crescita del 73% (minor aumento nella prima metà degli anni ’90, poi incrementi quasi al passo della spesa globale, senza però che l’istruzione recuperasse sulle spese complessive).
L’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale si è così ridotta dal 10,3% del ’90 al 9,7% del 2005: -0,6%. Sembra poco, ma se si fosse mantenuta la percentuale di 16 anni fa, oggi si destinerebbero all’istruzione ben 4,2 miliardi di euro in più all’anno (figurarsi se la si fosse aumentata, come tanti auspicavano, e come era affermato nei programmi elettorali di quasi tutte le forze politiche).
E con 4,2 miliardi di euro all’anno in più si potrebbero migliorare le strutture di tante scuole, promuovere iniziative di formazione e aggiornamento più ambiziose, magari per combattere meglio fenomeni dagli alti costi sociali come il bullismo o l’abbandono scolastico. E poi premiare significativamente gli operatori scolastici che danno qualcosa in più, e così via con altre misure che concorrerebbero a risollevare – almeno parzialmente – la scuola, che come ricorda il premier-professore Prodi, è decisiva anche per le sorti economiche dell’Italia.
E invece no, sembra proprio che da 16 anni l’istruzione non sia la tra le prime preoccupazioni del nostro Paese.
Per dare un’idea di quello che poteva significare mantenere invariata l’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale, basti considerare che gli stanziamenti per il funzionamento didattico e amministrativo e i fondi per l’autonomia degli istituti scolastici sono passati dai 590 milioni di euro del 2001 ai 303 del 2006 (-49%). Una riduzione che ha messo in ginocchio le scuole, come raccontano le cronache di questi giorni. Ma che rappresenta solo una piccola quota di quei 4.200 milioni di euro “sottratti” all’istruzione a seguito delle scelte di politica economica, che l’hanno vista retrocedere nella scala delle priorità del Paese.

L’intero studio è pubblicato su tuttoscuola.com
Oltre ai dati sull’andamento di crescita delle spese delle Amministrazioni pubbliche nel periodo 1990-2005 (per funzioni), la ricerca contiene approfondimenti su:
– Come è calata l’incidenza sul PIL per l’istruzione dal 1990 al 2005
– I costi del personale superano il 92% della spesa per l’istruzione. Molto meglio di 16 anni fa.