Se a competere fosse la macroregione del Nord…

Ha destato una notevole eco l’idea lanciata dal rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone di lavorare per la formazione di un “ecosistema Milano, cuore di una macroregione” che andrebbe da Torino a Venezia con 25 milioni di abitanti.

Non si tratterebbe di una entità politica, del tipo che incontrerebbe magari il favore della Lega Nord, bensì di un ‘polo globale’ di attrazione e formazione di capitale umano qualificato, un luogo di interazione virtuosa, con baricentro a Milano, tra “imprenditorialità diffusa, flessibilità, responsabilità sociale e solidarietà”, capace di innescare sviluppo e innovazione e di attrarre i giovani migliori – studenti ma anche docenti – dall’Italia e anche dall’estero (anche per questo il Poli di Milano terrà corsi solo in inglese, per le lauree specialistiche, a partire dal 2014).

Certo il Nord Italia avrebbe, rispetto al resto del Paese, condizioni di partenza e di contesto migliori. Insomma studenti con una preparazione di base migliore. Tutte le regioni del Nord, in effetti, ottengono nei test PISA risultati nettamente migliori della media nazionale.

Se si prendono quelli ottenuti dalla Lombardia nelle prove svoltesi nel 2009, per esempio, si nota quanto segue: nella capacità di lettura, con una media Ocse di 493, l’Italia consegue il punteggio di 486, ma la Lombardia sale a 522; in matematica, media Ocse 496, l’Italia ottiene 483, la Lombardia 516; in scienze, media Ocse 501, l’Italia raggiunge 489, la Lombardia 526.

Il punteggio di 522 in ‘lettura’ non è lontano dai 536 punti totalizzati dai Paesi leader della classifica, Corea e Finlandia, e supera quello del Giappone (520).

Anche in matematica la Lombardia supera la media Ocse, collocandosi sopra Paesi come la Germania, mentre nell’area scientifica, con 526 punti, si colloca poco sotto l’Estonia (528 punti, nona), ma sopra la Germania (520) e alla pari con i Paesi Bassi (522 punti, in undicesima posizione sui 74 sistemi messi a confronto nell’edizione 2009 di PISA).

È probabile che l’idea della macroregione del Nord lanciata dal rettore del Politecnico di Milano abbia maggiori possibilità di essere recepita e implementata a livello di università e di ricerca (già esistono segnali in questo senso, e il mercato del lavoro è più dinamico al Nord) piuttosto che di scuola, dove i tempi sono più lenti e una strategia a livello macroregionale sembra di più difficile implementazione. Ma se l’idea va avanti anche la scuola ne verrà investita. Forse aumenterebbero le distanze con le altre aree del Paese, o forse no, se il Nord funzionerà da locomotiva del treno Italia.