Scuole paritarie: ora gli invisibili siamo noi

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Nei giorni scorsi era stata Teresa Bellanova, ministro dell’agricoltura, tra lacrime di commozione, a usare il termine di ‘invisibili’, riferito agli immigrati irregolari che con il decreto legge “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” uscivano da quello stato per diventare finalmente ‘visibili’.

Ma ci sono ‘invisibili’? Le due associazioni che rappresentano le scuole cattoliche, USMI e CISM, lamentano di essere state ignorate dal “governo giallorosso che continua a trattare la scuola pubblica paritaria ideologicamente, come un oggetto estraneo alla convivenza civile e culturale di questo Paese, elargendo briciole, trattandoci meno delle biciclette e dei monopattini, per i quali stanzia 120 milioni di euro per il 2020 e il bonus sarà pari al 60% della spesa sostenuta, meno degli ombrelloni. Noi siamo gli invisibili per questo governo”.

L’iniziativa fa seguito al recente comunicato unitario di AGeSC, CdO Opere Educative, CNOS Scuola, CIOFS Scuola, FAES, FIDAE e FISM. La delusione del mondo delle paritarie è forte perché nelle scorse settimane era sembrato crescere un consenso trasversale sulla proposta di aiutare le scuole paritarie – un terzo delle quali (almeno) è a rischio di chiusura immediata – a sistemare i loro bilanci se non in modo strutturale, attraverso il veicolo finanziario del costo standard, almeno in misura significativa, cominciando con il riconoscere alle famiglie il rimborso delle rette pagate e da pagare per quest’anno. E invece “solo briciole”, come le definisce un altro comunicato, quello della Fidae e di altre associazioni di genitori delle scuole cattoliche: 80 milioni in tutto, a fronte del miliardo e mezzo assegnato alle scuole statali.

Per protesta, nei giorni 19 e 20 maggio, in coincidenza con la discussione parlamentare degli emendamenti, le scuole cattoliche “interromperanno le lezioni e per questi due giorni allievi, docenti e famiglie esporranno l’hashtag #Noi siamo invisibili per questo governo” mentre  “ciascuna scuola paritaria si adopererà con lezioni, video, dirette Fb dalle pagine delle scuole che saranno aperte a tutti per diffondere i temi della libertà di scelta educativa; il diritto di apprendere senza discriminazione; parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria; libera scuola in libero stato; appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese”.

Le scuole, con il coinvolgimento delle famiglie, dei docenti, degli studenti, organizzeranno conferenze, dirette, disegni, flash mob…, “tutto in diretta social per fare quel rumore costruttivo e responsabile che solo la scuola sa fare”.  Un “rumore costruttivo”, prosegue il comunicato USMI-CISM, “che obblighi i nostri parlamentari, a non lasciare indietro nessuno perché o l’Italia riparte dalla scuola, da questo grembo dove si entra bambini e si esce cittadini di uno Stato democratico, o non ripartirà”.