
Scuola & Finanziaria/4. Più fondi alle scuole che migliorano la qualità
Come saranno utilizzate le “economie” realizzate durante il triennio di sperimentazione sulla qualità? Lo dice il comma 13: esse confluiranno “in un fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, per essere destinate alle istituzioni pubbliche che hanno concorso al raggiungimento degli obiettivi, per le finalità di miglioramento della qualità del settore della pubblica istruzione“. In pratica le province che avranno risparmiato di più otterranno risorse finalizzate all’ulteriore miglioramento della qualità.
Alla fine del triennio gli esiti della sperimentazione saranno sottoposti a valutazione, e il nuovo modello organizzativo sarà esteso all’intero territorio nazionale.
Ma un problema c’è. Il provvedimento non sembra essere in linea con il vigente quadro ordinamentale riguardo alla ripartizione dei compiti tra Stato e Regioni, né coerente con la decisione della Corte Costituzionale n. 13/2003 laddove nel dichiarare incostituzionale la legge dello Stato (era la Finanziaria per l’anno 2002) che ha rimesso ad un organo statale la definizione delle dotazioni organiche del personale docente, afferma che in tema di programmazione e di gestione amministrativa del relativo servizio, compito dello Stato sia solo quello di fissare i principi.
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