Scuola-famiglia, le differenti visioni nel mondo cattolico

Dopo la circolare ministeriale che ha confermato i cambiamenti della scuola elementare, già previsti dalla legge e dal decreto attuativo, il senatore Giovanni Manzini (Margherita) ha lanciato un’accusa pesante contro quella che ritiene la distruzione di un modello di scuola.
L’ex-sottosegretario alla pubblica istruzione nel precedente Governo ulivista, già relatore nel 1990 della legge 148 di riforma della scuola elementare, ha affermato che la scelta fatta “distrugge il modello della scuola dell’infanzia e della primaria che avevano sempre dato buoni risultati, a favore di un modello confuso e preoccupante. Di fatto – secondo Manzini – la scuola non è più un servizio pubblico per tutti ma diviene un servizio a domanda individuale”.
In effetti, più che verso la circolare, semplice strumento amministrativo di applicazione, l’esponente della Margherita se la prende con l’intero impianto riformatore e con la previsione di rimettere una parte dell’offerta formativa della scuola direttamente alla scelta individuale delle famiglie.
A dire il vero proprio la circolare criticata mette diversi paletti a questa possibilità di domanda individuale delle famiglie, subordinandola alla proposta della scuola, alla coerenza con il Piano dell’offerta formativa di istituto, nonché alla scelta prevalente dei genitori, facendo cadere qualsiasi ipotesi di sportello individuale di domanda di servizio. Inoltre, per ragioni organizzative e didattiche, per il prossimo anno scolastico viene esclusa la possibilità di utilizzare quote orarie ridotte rispetto alle tre ore mediamente per settimana.
La posizione di Manzini mette in evidenza come all’interno del mondo cattolico, più di ogni altro attento al ruolo dei genitori in campo educativo, vi siano divergenti posizioni sulle modalità di coinvolgimento della famiglia nel processo educativo e scolastico, specialmente in questa fase di cambiamento.