LES: Un liceo in cerca d’autore

LES è l’acronimo del Liceo Economico-Sociale, che nell’attuale ordinamento non è un indirizzo autonomo ma un percorso opzionale all’interno del Liceo delle Scienze Umane (LSU). Il fatto è che la legge di delega del 2008 dell’economista-fiscalista Giulio Tremonti non aveva previsto un Liceo economico (quello istituito dalla riforma Moratti nel 2003 era stato abrogato dal ministro prodiano Fioroni nel 2007, forse nell’affrettato intento di non togliere iscritti agli istituti tecnici), ma solo un Liceo delle Scienze Umane.

Così all’assenza di un autonomo indirizzo liceale a orientamento economico sociale, subito denunciata da un vasto schieramento di accademici, imprenditori e mass media, si è in qualche modo posto rimedio con la creazione di una ‘Opzione’ all’interno del Liceo delle Scienze Umane. 

In realtà si tratta di un vero e proprio indirizzo liceale, nettamente distinto da quello di cui dovrebbe essere una articolazione opzionale, centrato sugli insegnamenti di Diritto ed Economia politica che infatti, non a caso, costituiscono anche per il 2016 l’oggetto caratterizzante della seconda prova scritta dell’esame di maturità.

Ma il fatto di essere inserito in un liceo con carattere e tradizione umanistico-pedagogica, e di apparire quasi come una ‘seconda scelta’ rispetto a quella principale del LSU, ha danneggiato l’immagine e la rilevanza del LES agli occhi delle famiglie, contenendo le iscrizioni in un modesto 2%, malgrado la forte e crescente rilevanza della dimensione economico-sociale nella vita dei cittadini italiani.

Per questo si fanno più insistenti le richieste che il LES venga pienamente riconosciuto e legittimato nella sua autonoma identità. È vero che la Buona Scuola inserisce l’economia e il diritto nell’elenco degli obiettivi prioritari che possono essere introdotti o potenziati nei PTOF. Ma per far decollare il LES servirebbe una norma ad hoc, che lo tolga dalla condizione ancillare in cui tuttora si trova.