Poletti: problema gigantesco è il tempo
Berlinguer e Moratti nel 2000 sulla stessa linea
“Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21”.
Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dialogando con gli studenti durante la convention di apertura a Veronafiere di “Job&Orienta”, la 25/a mostra convegno nazionale dell’orientamento, scuola, formazione, lavoro.
“Così – ha aggiunto – un giovane dimostra che in tre anni ha bruciato tutto e voleva arrivare”.
“In Italia – ha spiegato Poletti – abbiamo un problema gigantesco: è il tempo. Perché i nostri giovani arrivano al mercato del lavoro in gravissimo ritardo. Quasi tutti quelli che incontro mi dicono che si trovano a competere con ragazzi di altre nazioni che hanno sei anni meno di loro e fare la gara con chi ha sei anni di tempo in più diventa durissimo”.
“Se si gira in tondo per prendere mezzo voto in più – ha continuato il ministro – si butta via del tempo che vale molto molto di più di quel mezzo voto. Noi in Italia abbiamo in testa il voto, non serve a niente”. Il voto è importante solo perché fotografa un piccolo pezzo di quello che siamo; bisogna che rovesciamo radicalmente questo criterio, ci vuole un cambio di cultura”.
Le parole di Poletti probabilmente sono musica per le orecchie degli ex-ministri Luigi Berlinguer e Letizia Moratti che con le loro riforme nei primi anni 2000 avevano cercato di ridurre il tempo per diplomarsi con l’obiettivo di portare i nostri giovani ad un livello di parità con i coetanei europei.
Già allora il tempo per concludere la formazione era considerato una variabile non indifferente.
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