LES/2. I precedenti, dal CISS (1977) a Gelmini, via Brocca e Moratti

L’esigenza di una forte e strutturata presenza non tanto delle discipline quanto delle tematiche di carattere economico-sociale all’interno della scuola secondaria superiore fu ben rappresentata dalla proposta avanzata nel 1977 dal Consiglio Italiano per le Scienze Sociali (CISS), che formulò l’ipotesi di inserire quattro blocchi problematici nell’area comune dei primi quattro anni di tutti gli indirizzi della riformanda scuola secondaria superiore: non specifiche discipline, ma problematiche da affrontare a partire da altre discipline già in parte previste nell’ordinamento e nelle varie ipotesi di riforma allora in discussione: geografia e storia, economia e diritto,  sociologia e antropologia. 

La proposta, cui avevano lavorato noti studiosi delle diverse scienze sociali, tra i quali Paolo Sylos Labini, Stefano Rodotà, Alessandro Cavalli, Clotilde Pontecorvo, non ebbe seguito ma pose per la prima volta all’attenzione del dibattito pubblico l’esigenza di un’organica presenza delle scienze sociali nei curricoli della scuola secondaria italiana.

Tale esigenza fu riconosciuta dalla commissione Brocca, istituita nel 1988, nel cui progetto sperimentale di riordino su base unitaria della scuola secondaria superiore furono inserite due ore settimanali di economia e diritto nell’area comune del biennio iniziale, e il rafforzamento di alcuni insegnamenti afferenti alle scienze sociali  e alla filosofia nei trienni.

Diversa fu la scelta della riforma Moratti (2003) che puntò non sull’area comune, non prevista in quel modello di riforma, ma su uno specifico indirizzo, quello del liceo economico, salvo poi subarticolare e professionalizzare tale liceo (definito non a caso ‘vocazionale’) in modo da porlo in sostanziale continuità con i soppressi istituti tecnici commerciali: così le scienze sociali perdevano il loro carattere di insegnamenti di base per tutti per assumere una dimensione tecnico-operativa solo per chi sceglieva quello specifico indirizzo.

Beppe Fioroni (2006-2008) non fece che prendere atto di ciò, ripristinando i vecchi istituti tecnici, seguito in ciò da Mariastella Gelmini. L’idea di inserire le scienze sociali nella parte comune (peraltro non riconosciuta come tale) dei diversi indirizzi di scuola secondaria superiore non è stata più ripresa, mentre in qualche misura, attraverso l’opzione economico-sociale, si è riaffacciato – in termini questa volta corretti rispetto all’ircocervo morattiano – un percorso a carattere effettivamente liceale, in cui le scienze sociali fanno parte della formazione culturale generale. Ma l’operazione, condotta in tono minore, è stata percepita come un espediente, e non sta dando i risultati che sarebbe utile che producesse alla luce del crescente rilievo che le problematiche di tipo economico, finanziario, socio-tecnico assumono in Italia e nel mondo contemporaneo.