Sciopero del 10 dicembre: contenti solo i CUB

Non è la prima volta che le leadership sindacali mostrano di non saper interpretare il sentiment, cioè gli umori, la disposizione d’animo degli insegnanti. E questo è certamente successo con lo sciopero dello scorso venerdì 10, visto che vi ha partecipato poco più del 10% non della categoria, ma degli iscritti con delega, come Tuttoscuola ha subito notato(quasi 400mila iscritti non hanno seguito la scelta del proprio sindacato). Eppure, lo schieramento delle sigle favorevoli all’astensione dal lavoro era imponente: tutte, praticamente, tranne la Cisl scuola.

Per trovare un precedente di analoga portata occorre risalire al febbraio del 2000, quando le leadership sindacali confederali (ma compreso, anche allora, l’autonomo Snals) non seppero cogliere la vasta  contrarietà della categoria alla procedura concorsuale ideata dal ministro Luigi Berlinguer per premiare economicamente circa il 20% degli insegnanti: quelli “bravi”, come incautamente si espresse il ministro, suscitando la reazione di coloro – cioè quasi tutti – che ritenevano di non dover essere giudicati e classificati sulla base di discutibili criteri meritocratici.

Allora successe il contrario: i sindacati, che avevano concordato con Berlinguer la procedura concorsuale, furono sorpresi e travolti da uno sciopero, in gran parte spontaneo, così vasto da determinare le dimissioni del ministro: anche in quel caso non seppero interpretare il sentiment della categoria.

Dopo due anni di Covid non era scontato riprendersi le piazze e scioperare”, ha detto un imbarazzato Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil, “ma lo abbiamo fatto con senso di responsabilità per rappresentare il mondo del lavoro scolastico che ha bisogno di punti di riferimento stabili e che ha riscoperto oggi, nella manifestazione e nello sciopero, strumenti di democrazia partecipata di cui un paese moderno e civile non può fare a meno”. I dati sono peraltro, a suo giudizio, “come sempre sono sottostimati”.

Qualche imbarazzo anche in casa Uil scuola, Snals e Gilda, e nessun tono trionfalistico da parte della Cisl scuola. Tutti sono evidentemente preoccupati della evidente sconnessione tra leadership, iscritti e categoria: una nuova forma di disintermediazione, nel senso del rifiuto (non populista) della intermediazione dei sindacati da parte della categoria. Forse è per questo che, dopo la difesa d’ufficio dello sciopero, Sinopoli ha detto che “Ora è il momento di rilanciare la partecipazione ed incalzare la politica per nuove strade, diverse da quelle che hanno portato alla protesta ed allo sciopero”. Strade nuove, strade diverse? Vedremo.

Soddisfatto dello sciopero solo l’inossidabile Piero Bernocchi, leader storico dei CUB: “Tante scuole chiuse, e una ripresa del conflitto, pur in condizioni assai difficili, che era tutt’altro che scontata”. Contento lui…

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