Ritorno a scuola del 7 gennaio: si rientra al 50%. Pubblicata ordinanza in Gazzetta Ufficiale

E’ ufficiale: il 7 gennaio gli studenti delle scuole superiori torneranno in classe, ma al 50%. E’ stata infatti pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’ordinanza firmata lo scorso 24 dicembre dal ministro della Salute Roberto Speranza che definisce appunto le condizioni per l’imminente ritorno a scuola. De Micheli: “Il 7 gennaio il sistema di riorganizzazione degli orari e integrazione dell’offerta dei trasporti deve essere pronto per apertura al 75%, quando poi avverrà il meccanismo si completerà”. Ancora dubbi sul ritorno a scuola da parte dei sindacati.

Leggiamo in Gazzetta che “ai fini del contenimento dell’epidemia da COVID-19, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che, dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021, sia garantita l’attività didattica in presenza al 50 per cento della popolazione studentesca. La restante parte dell’attività e’ erogata tramite la didattica digitale integrata”. L’ordinanza “produce effetti dal giorno successivo alla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e fino al 15 gennaio 2021”.

Intanto la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha ammesso, in audizione alla Camera, che “l’avvio dell’anno scolastico rappresentava e rappresenta un momento di elevata criticità”. Per De Micheli, però, “il 7 gennaio il sistema di riorganizzazione degli orari e integrazione dell’offerta dei trasporti deve essere pronto per apertura al 75% quando poi avverrà il meccanismo si completerà. In quasi tutte le province italiane i prefetti hanno già provveduto a scrivere i verbali di riorganizzazione della riapertura delle scuole”.

Verbali che non sembrano trovare consenso ovunque. Mario Rusconi, per esempio, presidente dell’Anp Lazio, ha dichiarato che “le indicazioni prescrittive del prefetto di Roma non possono trovare piena attuazione data la complessità del sistema che riguarda il funzionamento delle scuole Superiori”. Per i presidi nel Lazio le scuole non riuscirebbero a rispettare l’ordinanza prefettizia, almeno per quanto riguarda gli scaglionamenti.

“In alcune scuole –  lamenta Rusconi – i ragazzi terminerebbero le lezioni tra le 17 e le 18 senza aver pranzato e poi non abbiamo il piano riguardante i mezzi di trasporto: sappiamo che ci sono corse in più ma non abbiamo capito distribuite come e non sappiamo se allo spostamento d’orario di entrata e d’uscita dei ragazzi corrisponderà lo spostamento degli orari dei trasporti. Insomma: la ripresa della scuola il 7 gennaio la vedo complicata”.

D’accordo con l’Anp sarebbero anche i sindacati Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, che hanno lamentato una esclusione delle parti in causa e un eccesso di potere al Viminale. “La situazione che si è determinata nel Lazio (come, presumibilmente, in altre regioni) – hanno scritto i cinque sindacati – consegue alla discutibile scelta, operata dal DPCM del 3 dicembre, di commissariare de facto il sistema scolastico. Non sfugge a nessuno che il DPCM, nello spostare il centro delle decisioni dai tavoli per la sicurezza nelle scuole ai tavoli prefettizi, esautora contemporaneamente Regioni, Amministrazione Periferica dello Stato e Parti Sociali dalle proprie competenze costituzionali e istituzionali e affida al Ministero degli Interni la gestione della ripresa dell’attività scolastica”.