Ritorno a scuola del 7 gennaio: ipotesi di rientro al 60 o al 50% per le superiori

Sarebbero 2,5 milioni gli studenti delle scuole superiori che dal prossimo 7 gennaio, secondo quanto stabilito dall’ultimo DPCM, dovrebbero tornare in classe. A questi vanno poi aggiunti altri 5 milioni di studenti delle scuole del primo ciclo. Un numero troppo alto di ragazzi e ragazze che pesa sulla questione dei trasporti. Sebbene infatti il rientro in classe per gli studenti delle superiori sia previsto solo al 75%, questa sarebbe ancora una percentuale difficile da conciliare con la capienza dei mezzi pubblici al momento ferma al 50% per il rispetto delle norme sanitarie. E oltre la riorganizzazione da parte delle scuole di ingressi e uscite scaglionate, ora si fa largo l’ipotesi di un rientro al 50% per i ragazzi della secondaria di secondo grado.

“Abbiamo un dovere come paese: riaprire le scuole superiori” ha intanto dichiarato lo scorso 17 dicembre la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. A gestire la conciliabilità del ritorno in classe dopo le Feste con la disponibilità dei trasporti pubblici dovrebbero pensarci i tavoli dei prefetti che indicano nello scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola  una possibile soluzione. Addirittura in alcune realtà si pensa di far entrare i ragazzi dalle 8 alle 10, con inevitabili “sconfinamenti” nel pomeriggio; unendo a ciò eventuali modifiche dell’orario di ingresso negli uffici pubblici.

Peccato però che una rimodulazione non sempre è facile da realizzare e gestire: va aumentato il personale dedicato alla pulizia e sanificazione degli ambienti e la presenza degli studenti che abitano lontano. Inoltre la Cisl Scuola ha ricordato che la ridefinizione di tutti gli orari è sì operazione molto complessa, ma che risulta impossibile conciliare gli orari delle numerose cattedre a scavalco.

Di qui l’idea che, per ora, serpeggia tra gli addetti ai lavori di provare ad abbassare la soglia nazionale del 75% di rientro in presenza portandola 60%, o anche al 50%, lasciando più autonomia alle scuole. “Già oggi le scuole con la loro autonomia possono modulare l’organizzazione per garantire la sicurezza – ha ricordato Antonello Giannelli, a capo dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi -. Per garantire decisioni ponderate servirebbe una base informativa con i trasporti per conoscere i flussi di traffico e di utenza e quindi adattare di conseguenza gli orari di ingresso. Il tema, certo, è delicato e le situazioni sono diverse da area ad area. Per questo ai tavoli istituzionali è un errore non far sedere anche i presidi che conoscono le singole realtà”.