Riparte un difficile dialogo tra governo e sindacati

Non erano mancati, nelle scorse settimane, i segnali di una pur faticosa ripresa del dialogo tra i cinque sindacati scuola ‘rappresentativi’ (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) e il Governo, dopo il lungo black-out seguito all’approvazione della Buona Scuola.

Per esempio l’elezione quasi unanime del presidente del CSPI nella persona dell’ex leader della Cisl Francesco Scrima, e la richiesta (non obbligatoria) allo stesso CSPI, da parte del ministro Giannini, di un parere sulle nuove classi di concorso.

La scorsa settimana un deciso passo avanti è stato fatto con l’accordo, o forse un pre-accordo, intervenuto tra Governo e sindacati (la Gilda non lo ha sottoscritto, ma non ha lasciato il tavolo delle trattative) sulla mobilità del personale docente per l’anno scolastico 2016-2017.  

In sostanza i sindacati hanno ottenuto per tutto il personale di ruolo di “potersi muovere, secondo preferenza, da una scuola all’altra mantenendo la titolarità su sede (all’interno del Comune e all’interno della Provincia) e da un territorio all’altro (Provincia o ambito) nell’intero Paese, senza vincoli temporali, superando le rigidità della legge 107/15”, come riassume un soddisfatto, ancorché guardingo Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil.

Ma tutti i sindacati, nel medesimo tempo, sottolineano la loro totale indisponibilità a qualunque forma di chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici (Pino Turi, leader della Uil scuola, sostiene che solo in questo modo si “tutela la persona” del docente).

La trattativa proseguirà ora alla ricerca di una non facile conciliazione tra quanto dispone la legge (comma 79: “A decorrere dall’anno scolastico 2016/2017, per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica, il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili”) e la richiesta unanime dei sindacati che venga predisposta “una graduatoria per titoli evitando qualsiasi discrezionalità da parte del dirigente scolastico”.

Forse una soluzione potrà essere trovata interpretando quanto dispone la parte finale del citato comma 79, dove si dice che il DS farà le sue proposte di incarico “anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi.”