Riforma: per l’Uciim il consenso è condizione di riuscita

Anche l’Uciim (Unione degli insegnanti cattolici di scuola secondaria) dice la sua sulle “Indicazioni nazionali“, dopo che nei mesi scorsi altre associazioni e sindacati avevano risposto alla richiesta del ministro Moratti di esprimere un parere sulla bozza dei nuovi “programmi”.
Lo fa senza pregiudiziali, con equilibrio e franchezza, esprimendo complessivamente “apprezzamento, ma anche perplessità, e cerca di suggerire una via utile a ridurre il disagio e ad aumentare le possibilità di successo di un’operazione di straordinaria bellezza e difficoltà”.

Elemento centrale del documento dell’Uciim è l’esigenza assoluta di consenso e di condivisione, come già ebbe a dire il suo presidente, il prof. Luciano Corradini, quando agli Stati generali del dicembre 2001 dichiarò al ministro che una riforma che non sia condivisa da almeno il 51% di chi la deve mettere in pratica è destinata al fallimento.

E, a proposito dell’iniziativa consultiva sulle “Indicazioni“, il documento votato nei giorni scorsi dal Consiglio nazionale dell’associazione afferma: “Non pensiamo a un modo di consultazione che serva per rinviare a tempo indeterminato le decisioni, ma neppure a un modo di decisione che, per risparmiare tempo, non disponga del consenso necessario a iniziare un processo virtuoso di cambiamento. Il quale processo ha bisogno non solo di legittimazione legislativa, di certezze finanziarie e amministrative, di armonizzazione dei tempi previsti e di validità della elaborazione politico culturale e pedagogica, ma anche di vasto e non solo auspicato coinvolgimento dei docenti ed esperti.