Regno Unito: un nuovo curriculum per una nuova era. Verso la personalizzazione dell’istruzione

Nel cuore del dibattito sull’educazione britannica si fa strada una proposta dirompente: costruire un curriculum scolastico che risponda alle sfide della nuova era, lasciando definitivamente alle spalle modelli obsoleti. Lo sostiene Peter Hyman, docente di storia e dirigente scolastico londinese, già consigliere di Tony Blair e ora tra i più ascoltati consiglieri del leader laburista Keir Starmer, in un articolo pubblicato dal Financial Times (10 febbraio 2025).

Facendo riferimento alla sua esperienza di preside in una scuola superiore di Londra Hyman scrive che i datori di lavoro ai quali chiedeva che cosa cercavano dai nuovi assunti gli rispendevano sistematicamente “qualcosa in loro”, intendendo qualità come l’iniziativa, la resilienza, la curiosità, l’immaginazione, la capacità di costruire relazioni empatiche e di ascoltare altri punti di vista, il pensiero critico per distinguere tra verità e bugie online. “Ma nessuno di questi è presente nel curriculum” perché la scuola inglese è tuttora legata assai più al suo passato che al futuro.

Ma i datori di lavoro oggi non considerano affatto i titoli e le qualifiche quando assumono, perché “lettere e numeri dicono così poco su come è veramente una persona”. Cha fare dunque? Hyman ricorda che il successo del Labour di Tony Blair scaturì in gran parte dalla priorità allora data all’istruzione (lo slogan fu “istruzione, istruzione, istruzione”) che incontrava il consenso della classe operaia e del ceto medio, uniti da una forte aspirazione a garantire ai figli un futuro migliore.

Oggi quel modello di istruzione non funziona più, non è all’altezza dei tempi e delle nuove esigenze. “È necessaria una riforma radicale” in modo da valorizzare “tutti i punti di forza di ogni studente”, sostiene il consigliere del premier Starmer, con accenti che trovano una certa corrispondenza con idee e proposte avanzate in Italia dall’attuale ministro Valditara: “ampliamento degli studi superiori, snellimento dei GCSE (esame previsto a 16 anni, alla fine del National Curriculum, NdR), migliori percorsi tecnici e professionali, uso della tecnologia in modo che i giovani possano sostenere i test quando sono pronti e un modo per catturare “tutti i punti di forza di ogni bambino’”, definito come “punto chiave del mandato di revisione del curriculum”.

Ogni studente dovrebbe lasciare la scuola con un profilo digitale di chi è e cosa può fare”. Profilo che, se continua gli studi dopo i 16 anni, dovrebbe contenere tutti i risultati ottenuti, dentro e fuori la scuola, nonché un portfolio dei suoi lavori migliori (anche qui c’è analogia con quanto proposto, e in parte già realizzato, da Valditara).

Occorre tornare allo “spirito unitario” che ispirò la politica scolastica di Tony Blair, conclude Hyman: “questo spirito ha bisogno di essere catturato di nuovo. Un nuovo curriculum per una nuova era farà esattamente questo”.

Per approfondimenti:

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