Regioni/2: il fondo sociale europeo per l’istruzione, la formazione, il mercato

L’istruzione è stata al centro dell’intervento dell’assessore regionale della Puglia Alba Sasso, che ha richiamato l’impegno della Regione per favorire il conseguimento degli obiettivi indicati nell’agenda di Lisbona, per rafforzare e sviluppare il capitale umano, con azioni tese all’innalzamento qualitativo dei livelli di apprendimento e delle competenze chiave e dell’offerta formativa erogata. 

Per l’assessore Sasso “il Fondo sociale europeo è importantissimo per il settore dell’istruzione perchè cambiano i saperi professionali e l’innovazione tecnologica chiede, a ogni livello della vita, di sapere sempre di più”.

L’Europa deve dotarsi di una nuova strategia – ha incalzato l’Assessore dell’Emilia Romagna Patrizio Bianchi – nella quale “… educazione e ricerca assumono i caratteri di leve essenziali per […] garantire a tutte le persone di svolgere un lavoro qualificato, per sostenere lo sviluppo di settori produttivi e creare nuove opportunità di lavoro”. Il Fondo sociale europeo è uno strumento fondamentale per l’esercizio di due funzioni importanti: “tenere più unito il Paese, la Regione e l’Europa, e poi permettere la crescita in un momento in cui è necessaria tanta competitività”.

Per Gianni Rossoni, Assessore all’istruzione e formazione della Lombardia il Fondo sociale europeo in questi anni è stato essenziale per lo sviluppo del capitale umano. Da qui l’esigenza di mantenere per la nuova programmazione le stesse risorse previste dal Fse 2007-2013 per “offrire  alle persone opportunità  di ‘riqualificazione personale’, con l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze”.

L’assessore regionale Mariella Zezza ha richiamato i capisaldi del ‘Libro bianco Lazio 2020’ per “sostenere imprese, lavoratori e territori” e “l’istituzione di un catalogo delle competenze che favorisca l’incontro tra domanda e offerta”.

Nelle parole del ministro al Lavoro Maurizio Sacconi, invece, c’è stato un invito diretto alle Università italiane alle quali ha ricordato che: “c’e’ una norma di legge che prevede che le università rendano noti i curricula degli studenti laureati per poterli acquisire  al motore di ricerca del portale istituzionale Cliclavoro”.