
Divari educativi, ‘Non più risorse, ma leadership e visione’: le proposte di Rocca e Gavosto per rilanciare la scuola

Gli obiettivi del Rapporto promosso dalle Fondazioni Agnelli e Rocca sono stati esposti al pubblico intervenuto alla presentazione dei risultati della indagine a Palazzo San Macuto dai rispettivi direttore, Andrea Gavosto, e presidente, Gianfelice Rocca, che non hanno mancato, nei loro interventi, di formulare alcune proposte fondate sui risultati della ricerca, rivolte agli attuali decisori politici, ma in particolare al ministro Valditara, annunciato nel programma ma intervenuto solo in videoconferenza – cosa di cui si è scusato – alla fine dell’incontro.
“L’indagine – ha detto Andrea Gavosto – ci fa capire più a fondo le cause dei divari di apprendimento, non fermandosi alla manifestazione più visibile: i divari fra i territori. Abbiamo, ad esempio, visto quanto contino nella secondaria di II grado le differenze che dipendono dall’indirizzo di studio. Un impatto eccessivo, per limitare il quale sarebbe bene, da subito, rafforzare nella scuola media l’orientamento alla scelta di studio successiva, rendendolo sistematico e continuo nei tre anni, per portare ogni studente e studentessa alla scelta più adeguata a capacità e interessi. In prospettiva, serve forse ripensare la struttura didattica della scuola superiore, per dare a tutti un più robusto e comune livello di competenze di base, indipendentemente dall’indirizzo scelto”.
“La ricerca mostra grandi divari, ma anche che le singole scuole, nella loro autonoma capacità di organizzazione, possono fare la differenza – ha osservato a sua volta Gianfelice Rocca. Per la Scuola italiana, il tema non è aumentare il numero di insegnanti o di risorse, tra i più alti d’Europa, ma incidere sull’organizzazione. I casi analizzati nello studio mostrano che la leadership dei dirigenti, la capacità di lavorare in team e l’apertura della scuola a esperienze formative esterne sono caratteristiche determinanti per il successo degli studenti, anche nei contesti più fragili. Il Governo sta affrontando alcuni nodi storici del nostro sistema scolastico: il superamento del precariato, il rilancio dell’istruzione tecnica e professionale con il 4+2, la valorizzazione delle competenze del personale. Ci auguriamo che questo studio possa accompagnare positivamente le politiche pubbliche nello sviluppo di strategie innovative per rispondere alla rapida evoluzione dell’epoca in cui viviamo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via