Ragazze peggiorano nella lettura: la colpa potrebbe essere degli smartphone

Leggono poco e hanno sempre più difficoltà a capire quel che leggono. Le ragazze italiane hanno fatto un balzo indietro nella lettura e la colpa, secondo quanto segnalato da Scuola24, potrebbe essere dei pc e degli smartphone.

Ma andiamo con ordine. Dai recenti test internazionali Pisa-Ocse è emerso in particolare un crollo della performance delle 15enni nelle prove di lettura (comprensione di testo), mentre i ragazzi si sono mantenuti sostanzialmente stabili, il che ha livellato verso il basso il ‘gender gap’. Su questo  tema ha quindi indagato Francesca Borgonovi, economista Ocse specializzata nei temi dell’istruzione, ora in forza allo University College di Londra, nel dipartimento di Education, in qualità di British Academy Global Professor.

“Nell’insieme, le ragazze continuano ad andare meglio dei ragazzi, ma la riduzione del ‘gender gap’ nella comprensione dei testi avviene in un ambito di declino, il che è preoccupante”, dichiara l’economista. C’e’ una spiegazione immediata per il peggioramento delle ragazze? “In realtà no, si possono però avanzare delle ipotesi”. Una delle possibili piste riguarda le diverse modalità con cui sono state svolte le prove. Tra il 2000 e il 2009 i test sono stati somministrati su carta, mentre nel 2018 le prove sono state fatte sul pc ed erano un po’ diverse. “I test dovrebbero essere comparabili, ma resta la possibilità che le ragazze – a diversi livelli di performance, ma soprattutto i più bassi – si trovino meno a loro agio rispetto ai ragazzi in un ambiente digitale” e “tendano quindi ad andare meno bene in questi nuovi ambiti di espressione delle loro capacità”. 

Una seconda ipotesi riguarda una “convergenza” nei livelli bassi performance, ovvero il decimo percentile, verso i comportamenti dei maschi, da sempre tendenzialmente poco motivati nei confronti della scuola, della lettura o dello studio.

“Le ragazze, ed è quello che è cambiato tra il 2009 e il 2018 a mio avviso, a livelli bassi di performance tendono ad essersi uniformate maggiormente all’atteggiamento maschile, quindi ad essere più demotivate, a passare più tempo magari sul cellulare, tenendo anche conto che nel 2009 lo smartphone, con accesso a Internet etc, era meno diffuso tra gli adolescenti di quell’età”, indica l’economista.

Tra le ragazze le patite di Internet sono proprio quelle con le performance peggiori nella lettura: se nel 2009 passavano tra pc e smartphone 138 minuti, nel 2018 sono arrivate a 233 minuti al giorno (quasi 100 minuti in più), mentre nello stesso periodo i maschi sono passati da 126 minuti a 183 minuti (‘solo’ 58 minuti in più).

Va detto che anche le ragazze ‘super-brave’ sono passate da 88 minuti a 192, cioè 104 minuti in più, mentre tra i maschi ‘primi della classe’ il tempo online è aumentato da 106 a 191 minuti. Nello stesso periodo, il tempo dedicato alla lettura come piacere fuori dagli impegni scolastici, per le ragazze ‘low achievers’ è passato da 29 minuti a 34 minuti (5 minuti in più al giorno) e per i ragazzi da 13 minuti a 17 minuti. Al ‘top’ per le ragazze non ci sono grandi variazioni (56 minuti da 55) e per i ragazzi il tempo è addirittura diminuito (da 38 a 34 minuti).

In conclusione, “il mezzo digitale in un certo senso può essere un potenziale promotore di divario. Se hai le capacità di usarlo nella gestione complessiva del tuo tempo, allora diventa uno strumento importante che può motivare, aiutare nella scoperta di cose nuove ed interessanti”. Diventa, invece, “un mezzo di ‘distrazione di massa’ se la capacità di gestione del proprio tempo e delle proprie risorse manca”.