Quelle ore eccessive per mangiare a scuola

Tempo dedicato alla mensa fino ad un massimo di 330 ore annue, cioè 10 settimanali nella scuola primaria (7 nella secondaria di I grado).
Qualcuno ironicamente aveva detto che la nuova scuola della riforma punta all’obesità dei bambini, perché li vuole a mangiare per due ore al giorno.
In effetti quella generica dizione del tempo di assistenza educativa alla mensa può far pensare che sia esclusivamente dedicato al momento del pranzo; sarebbero certamente troppe (e poi chi li tiene decine di irrequieti bambini due ore a tavola?).
Quel tempo mensa non può che essere inteso in senso lato come momento principale di interscuola tra attività antimeridiane e del pomeriggio, a cui si accompagnano altri momenti educativi ludici, ricreativi e di relazione. Il fatto è che di questo sul decreto non c’è traccia.
I parlamentari delle Commissione Istruzione di Camera e Senato hanno rilevato questo limite nel testo e hanno richiesto una correzione. Al Senato, ad esempio, il problema era stato sollevato dal sen. Bevilacqua di AN, ma il presidente di Commissione, sen. Asciutti, pur convenendo nel merito, aveva precisato che il problema dell’esatto utilizzo delle 10 ore “di mensa”, era già stato sollevato in sede di Conferenza unificata con conseguente impegno del Governo a recepirlo.
Come si è visto, però, questo impegno non è stato tradotto all’interno del decreto. C’è da augurarsi allora che faccia parte delle norme amministrative di chiarimento e di attuazione che il Miur, dopo l’entrata in vigore del provvedimento, emanerà a tutte le scuole.
Si può comunque essere certi che, in mancanza di questa precisazione ufficiale, le scuole nella loro autonomia provvederanno comunque ad impiegare quel tempo abbondante in attività educative di interscuola in aggiunta al tempo vero e proprio per la mensa.