Quel contributo volontario ma non troppo che fa discutere

Tempi duri per le casse scolastiche. E le scuole, in tempi di restrizione dei finanziamenti pubblici, ricorrono sempre più all'”aiutino” delle famiglie per assicurare il funzionamento di alcuni servizi.

Il contributo richiesto alle famiglie tende ad aumentare sempre più e a diventare “spintaneo”, dovuto, obbligato, pena, qualche volta, la sospensione di alcune prestazioni amministrative nei confronti degli studenti le cui famiglie rifiutano di versare quanto richiesto, adducendo tre possibili motivazioni: troppo alto, non obbligatorio, illegittimo.

Le due prime motivazioni sono corrette, l’ultima no.

Come riferiamo anche nella nostra “Guida per i genitori“, il contributo è stato introdotto dalla legge Bersani 40/2007 che lo configura come “un’erogazione liberale a favore degli istituti scolastici” finalizzata “all’innovazione tecnologica” (ad esempio, cartucce per stampanti), “all’edilizia scolastica” (piccoli e urgenti lavori di manutenzione o di riparazione), “all’ampliamento dell’offerta formativa” (ad esempio, la fornitura agli alunni di fotocopie per verifiche o approfondimenti).

È chiaro che il contributo è volontario e non obbligatorio e che quindi nessun istituto scolastico, anche nel principio dell’autonomia, può costringere i genitori ad un versamento non condiviso.

Come riferisce il quotidiano “La Stampa” (www.stampa.it), a fronte del rifiuto di alcune famiglie (a volte con più figli) di versare un contributo che negli istituti superiori statali può raggiungere e superare anche i 200 euro, vi sono scuole che sospendono l’erogazione di alcuni servizi oppure minacciano provvedimenti amministrativi. Si tratta di situazioni imbarazzanti, ma che non possono legittimare esclusioni dalle prestazioni amministrative dovute da parte delle scuole né tantomeno avallare procedimenti o diffide utilizzati nei casi di morosità.

Forse non tutti sanno che tale contributo può essere detratto dalla dichiarazione dei redditi nella misura del 19%, qualora venga versato a mezzo bonifico bancario o bollettino postale.