Prove Invalsi. Voglia di disubbidire per timore di essere valutati

Stanno circolando nelle scuole, soprattutto della secondaria superiore, dei fac-simile di delibera del collegio dei docenti per rifiutare la somministrazione delle prove Invalsi per la rilevazione degli apprendimenti degli studenti prevista nei prossimi mesi. Ciò nella convinzione che essa possa costituire uno strumento per valutare non tanto gli alunni, quanto soprattutto le scuole e gli insegnanti.

L’iniziativa di disubbidienza, nata dai Cobas, ma, a quanto sembra, sostenuta con una certa attenzione anche da parte di alcune strutture provinciali di sindacati della scuola, porta come ragione di fondo il rifiuto della valutazione meritocratica avviata in via sperimentale nei mesi scorsi dal ministero dell’istruzione in alcune province. Dai documenti che circolano si deduce, infatti, che vi sia la convinzione che il ministro Gelmini voglia fare entrare dalla finestra quello che non è riuscita a far entrare dalla porta principale. La rilevazione degli apprendimenti sarebbe, dunque, un espediente per arrivare ad un obiettivo diverso da quello dichiarato: valutare gli alunni per valutare i docenti e le scuole in base ai risultati rilevati.

È evidente che se, per assurdo, questa fosse l’intenzione nascosta del ministro, oggi potrebbero essere valutati (non si sa come) solamente i docenti le cui discipline di insegnamento sono oggetto delle rilevazioni Invalsi, mentre la maggior parte dei docenti ne sarebbe esclusa. Non solo.

Poiché la rilevazione riguarda per ora solo le classi di alcuni anni di corso (la maggior parte ne è esclusa) sarebbe minima la quota di docenti valutabili attraverso i livelli di apprendimento dei loro studenti.

Nelle prime delibere messe in circolazione si sostiene che, comunque, la rilevazione delle prove Invalsi non è obbligatoria e che non può essere una semplice circolare ministeriale a imporre ai docenti una prestazione che la legge non prevede.

A dir la verità il decreto legislativo 286/2004 sul sistema di valutazione comprende tra i soggetti del sistema stesso anche le istituzioni scolastiche che, conseguentemente, non possono esimersi dal sostenere le azioni di sistema necessarie. E se, nelle istituzioni scolastiche, non sono i docenti a sostenere la rilevazione degli apprendimenti per concorrere alle finalità del sistema, chi mai dovrebbe farlo? Il bidello o il preside?