Progetti PON all’insegna dell’innovazione

Il modello di didattica – ma più in generale di ri-organizzazione del rapporto tra insegnamento e apprendimento – suggerito dal PON 2014-2020 fa riferimento a una serie di innovazioni in parte già sperimentate in alcune scuole in Italia e all’estero e che hanno in comune alcuni elementi.

Tra i più importanti la ridefinizione del ruolo dell’insegnante, chiamato a predisporre opportuni ambienti di apprendimento più che a trasmettere saperi; il protagonismo dello studente, che deve costruire il proprio percorso di apprendimento attraverso un approccio euristico, di scoperta progressiva; la valorizzazione della dimensione sociale dell’apprendimento; il riferimento a contesti specifici nei quali sviluppare il processo di apprendimento, attraverso un passaggio dal particolare al generale.

Come si nota, e come esplicita lo stesso PON, si tratta di elementi fondanti della didattica per competenze, basata sul “paradigma di apprendimento costruttivo, autoregolato, situato e collaborativo (CSSC – Constructive, Self-regulated, Situated, Collaborative)”.

Un paradigma “in grado di favorire lo sviluppo della competenza adattiva degli studenti, vale a dire la loro abilità di applicare in una varietà di contesti, in modo sensato, flessibile e creativo, la conoscenza e le competenze apprese” (si nota qui l’assonanza con la ‘filosofia’ dell’Ocse e con la logica che ispira i test a livello internazionale e nazionale).

Un esempio di modelli e metodologie che si collocano in questa dimensione è fornito dallo stesso PON. Lo riportiamo qui si seguito senza rinunciare a far notare come il massiccio impiego della terminologia anglosassone evidenzi una certa carenza di elaborazione/riconcettualizzazione autonoma da parte dei redattori italiani del documento.   

L’elenco portato ad esempio è il seguente: “didattica metacognitiva, project-based learning, cooperative learning, peer teaching e peer tutoring, mentoring, learning by doing, flipped classroom, didattica attiva, peer observation, ambienti di apprendimento formali e informali, adattamento e semplificazione dei libri di testo, mappe concettuali, metodo analogico, didattica per competenze, approccio induttivo, role playing, problem solving, studi di caso, approcci narrativi, digital story telling, brain-storming, learning by doing, project work, business game, outdoor training, teatro d’impresa, e-learning”.

Un elenco very impressive, per dirla con il modulo (moda?) linguistico utilizzato.