Primo decreto attuativo della riforma/2: arriva tardi per le iscrizioni di gennaio

Le Commissioni parlamentari, che hanno ricevuto da giorni la bozza di decreto, non hanno calendarizzato, ad oggi, l’avvio della discussione.
Fuori dalle aule, l’on. Valentina Aprea giura che “non sarà aggiunta una virgola“, mentre l’on. Beniamino Brocca assicura che “il testo finale sarà diverso dall’attuale“. Insomma anche sul terreno
della scuola i rapporti all’interno dell’attuale compagine di Governo appaiono tormentati.
Gli enti locali, per loro parte, si stanno attrezzando in una logica “emendativa”, ed è certo che cercheranno alleanze anche nella stessa maggioranza.
Osserva lo spettacolo il ministero dell’Economia, pronto a chiedere di rivedere i conti (cioè la relazione finanziaria di accompagnamento) in presenza di qualsiasi piccola modifica apportata. Sembra che per Tremonti appaia già adesso molto debole la tesi sostenuta in tale relazione, secondo la quale il decreto “non comporta oneri aggiuntivi per lo Stato” e quindi non necessita di una propedeutica legge di finanziamento; tale tesi diverrebbe insostenibile in presenza di modifiche incrementative del servizio (leggasi: degli organici).
Appare quindi certo, salvo colpi di coda (o di mano) difficilmente prevedibili, che il decreto non ci sarà per la fine dell’anno e che, a gennaio, le iscrizioni si apriranno senza anticipi (la norma transitoria che ha permesso l’attuazione dell’anticipo per i nati in gennaio e febbraio nel
corrente anno scolastico è infatti chiaramente limitata a tale anno).
Se così fosse, si tratterebbe, di fatto, di una prima sconfitta del ministro dell’Istruzione che, nel primo anno di attuazione della sua riforma, si troverà costretta ad una riapertura delle iscrizioni con tutti i disagi che questo comporta per gli utenti e per la macchina amministrativa (definizione degli organici, organizzazione, etc.).