Primo anno di legislatura: più le cose da fare che quelle fatte

La situazione di impasse parlamentare – di cui Prodi e Bertinotti sono stati contrapposti commentatori in questi giorni – che ha limitato la produzione legislativa nel primo anno di vita dell’attuale maggioranza, ha riguardato da vicino anche la scuola per la quale il programma dell’Unione aveva tracciato una molteplicità di obiettivi da conseguire.
Abbiamo riletto quel programma ambizioso e, pur non computando le finalità generali di nuova configurazione del sistema di istruzione, abbiamo annotato almeno 41 obiettivi di intervento che avrebbero dovuto essere attuati a breve o medio termine e che restano in buona misura ancora da attuare. Cosa effettivamente è avvenuto dopo un anno?
Con gli atti dei primi mesi di governo abrogheremo la legislazione vigente in contrasto con il nostro programma“.
Abrogare la legge Moratti, dall’iniziale rivendicazione dell’ala radicale della sinistra, era diventato una specie di imperativo categorico a cui si erano piegate anche le altre forze della coalizione.
Ci si attendeva un’operazione immediata simile a quella operata dal centro-destra quando aveva abrogato la legge dei cicli (n. 30/2000) del ministro Berlinguer. E invece…
Anziché interventi legislativi ci si è accontentati dell’operazione “cacciavite” del ministro Fioroni che con semplici atti amministrativi ha adattato, sistemato, orientato….
Ma abrogare vuole dire ben altro, significa cancellare norme di legge piuttosto che renderle incerte con esortazioni o raccomandazioni, vuole dire fugare qualsiasi dubbio sulla prescrittività delle norme, dare certezza del diritto. Tutte condizioni difficili da realizzare nell’attuale contesto politico.
Forse però la volontà di abrogare la Moratti è rimasta confinata nei propositi dell’estrema sinistra, visto che l’esecutivo non ha provato nemmeno a predisporre uno straccio di proposta di legge in merito, limitandosi a parziali minimi interventi in sede di legge finanziaria e lasciando la scuola semiriformata in mezzo al guado e nella incertezza per il suo futuro.