Pochi laureati e molti abbandoni precoci. L’Italia maglia nera in Europa

Eurostat ha reso noti i dati 2013 sulla quota dei laureati e sugli abbandoni precoci dei cittadini che si accontentano della sola licenza media. E l’Italia, purtroppo e come si temeva, risulta maglia nera in Europa.

Non solo non decolla il numero dei giovani in possesso di una laurea ma anzi si scava un fossato sempre maggiore con i coetanei europei che con il diploma di laurea hanno una carta in più per trovare lavoro.

I dati Eurostat 2013 confermano la lentezza del nostro paese nei  confronti degli altri stati europei a puntare sull’educazione delle nuove leve: in Italia solo il 22,4% di chi ha tra i 30 e i 34 anni ha portato a termine gli studi universitari.

Nessuno riesce a far peggio di noi in Europa, dove la media arriva al 36,8%.

Anche la Romania, che nel 2002 era il fanalino di coda con appena il 9,1% di laureati, ha spinto sull’acceleratore e ha preso le distanze già dal 2012, quando ha superato l’Italia con il 21,8% contro il 21,7% e sta ora continuando ad allungare le distanze con un 22,8% di laureati.

Non solo la Romania ma anche Malta, Slovacchia, Repubblica ceca e Portogallo, che nel 2002 erano più indietro dell’Italia così come la Croazia nel 2007, si sono distaccati e oggi ci guardano da qualche scalino più alto nella classifica con rispettivamente il 26%, 26,9%, 26,7%, 29,2% e 25,9% di laureati.

Quello che separa i trentenni italiani dai coetanei europei è un abisso: a fronte di un laureato su 5 in Italia, ce ne sono più di 1 su 2 in Irlanda (52,6%), Lussemburgo (52,5%) e Lituania (51,3%), e quasi 1 su 2 in Svezia (48,3%), Cipro (47,8%) e Gran Bretagna (47,6%). In Francia sono il 44%, in Spagna il 40,7% e in Germania il 33,1%.

In tutti i paesi Ue Italia inclusa, con la sola eccezione di Francia e Irlanda, a pesare sulla media nazionale di laureati è la scarsa perfomance dei maschi, che studiano meno: sono le ragazze a staccare di circa 10 punti percentuali i ragazzi (media Ue 41% contro il 32,6%).

Le italiane laureate tra i 30 e i 34 anni sono infatti il 27,2% contro il 17,7% degli italiani.

E non va molto meglio per gli abbandoni scolastici precoci, dove l’Italia con il 17% dei 18-24enni che si sono fermati alle scuole medie è quintultima sui 28 paesi Ue, contro una media europea dell’11,9%.

Nel 2013, secondo Eurostat, si è fermato alla licenza media il 17% dei giovani italiani, di cui il 13,7% delle ragazze e il 20,2% dei ragazzi.

Peggio dell’Italia solo Spagna (23,5%), Malta (20,9%), Portogallo (19,2%) e Romania (17,3%), contro i primi della classe che sono Croazia (3,7%), Slovenia (3,9%) e Repubblica ceca (5,4%).

Rispettiamo quei dati, ma la situazione potrebbe essere peggiore, perché il monitoraggio di Tuttoscuola sulla totalità degli studenti statali delle superiori, basato sui dati Miur, ha rilevato in modo inoppugnabile un abbandono pari al 27%, misurato come differenza tra gli iscritti all’ultimo anno e quelli del primo anno di cinque anni prima, senza considerare gli abbandoni di chi, dopo la licenza media, nemmeno inizia le superiori. L’anagrafe degli studenti potrebbe dirimere il dubbio.