Pioltello: molto rumore per molto

A differenza che nella commedia shakespeariana, dove il molto rumore è “per nulla” (Much Ado for Nothing), la vicenda della scuola di Pioltello – che il 10 aprile è rimasta chiusa per decisione del Consiglio di istituto – ha fatto in Italia moltissimo rumore, finendo sulle prime pagine dei giornali, ma non finirà nel nulla perché produrrà con ogni probabilità importanti conseguenze sul piano legislativo e ordinamentale.

Nei giorni scorsi si è diffusa infatti una indiscrezione, ripresa dall’Ansa, secondo la quale il Governo si appresterebbe a predisporre una norma, cui starebbe lavorando il ministro dell’istruzione Valditara, volta a disciplinare la questione delle assenze legate a festività religiose, togliendo alle scuole ogni autonomia in materia e regolandola in modo da riportarla nell’ambito di accordi tra lo Stato e le diverse confessioni religiose. Una decisione sollecitata anche dal presidente Mattarella per evitare nuove polemiche.

Pur senza voler togliere nulla all’autonomia delle istituzioni scolastiche, tutelata costituzionalmente, sarebbe a nostro avviso una decisione saggia e rispettosa della Costituzione italiana perché salvaguarderebbe da una parte la libertà religiosa e la pluralità delle fedi (articolo 3), mentre ribadirebbe dall’altra il carattere laico dello Stato italiano, come previsto anche negli accordi di revisione del Concordato del 1929 sottoscritti nel febbraio 1983 (articolo 6: “La Repubblica italiana riconosce come giorni festivi tutte le domeniche e le altre festività religiose determinate d’intesa tra le Parti”). 

Nel 1983 si pose termine all’ambiguità determinata dall’articolo 7 della Costituzione, approvato a suo tempo a maggioranza, con il quale si recepivano i Patti lateranensi del 1929 (che definivano quella cattolica come “la sola religione dello Stato”) rendendo facoltativa la scelta di seguire a scuola le ore di religione cattolica. Bene, quella “intesa tra le parti”, che ha reso civili le festività religiose cattoliche, potrebbe essere oggetto di analoghe intese con altre confessioni religiose. Così una scuola non potrebbe restare chiusa se non a seguito di una normativa definita dallo Stato, come è giusto che sia in uno Stato laico. Tollerante e pluralista, ma laico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA