Pioltello, è giusto che una scuola chiuda per un evento religioso?

Il caso dell’Istituto Iqbal Masih di Pioltello (43 per cento di alunni stranieri), il cui Consiglio d’Istituto ha deciso 10 mesi fa di sospendere le lezioni il prossimo 10 aprile in occasione della fine del Ramadan, il mese in cui i musulmani effettuano il digiuno in onore di Maometto, ha scatenato un turbine di polemiche e di contrapposte propagande che hanno fatto passare in second’ordine la questione principale: se sia legittimo che un organo collegiale della scuola come il Consiglio d’Istituto leghi la decisione di sospendere l’attività di una scuola a una motivazione di carattere religioso.

Alcuni sostengono che in linea di principio in Italia, Stato laico, le festività religiose non possono in quanto tali produrre automaticamente effetti civili come la sospensione di attività di lavoro, comprese ovviamente quelle che si svolgono nelle scuole. Per produrre questi effetti le festività religiose dovrebbero essere dichiarate civili da un’autorità pubblica laica legittimata a farlo.

In questa accezione, se dovesse risultare che le motivazioni della delibera sono ricondotte alla conclusione del Ramadan, la delibera dovrebbe essere annullata, anzi dichiarata nulla per incompetenza dell’organo deliberante. Ma non tutti sono d’accordo con questa interpretazione.

La sospensione delle lezioni avrebbe potuto essere prevista dal calendario regionale, come hanno fatto quest’anno le regioni Lombardia, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata per i giorni conclusivi di Carnevale (lunedì 12 e martedì 13 febbraio), e certo senza motivazioni religiose. Motivazioni simili (la prevedibile assenza in massa degli studenti, ma non la celebrazione del Ramadan) potrebbero essere poste in una nuova delibera del Consiglio di Istituto della Iqbal Masih, che comunque il preside della scuola ha detto che riunirà a tal fine dopo l’invito dell’USR Lombardia a “disapplicare” quella precedente, risultata “irregolare” per ragioni peraltro non specificate. “Sarà doveroso coinvolgere nuovamente gli organi collegiali nel processo decisionale che porterà alla nuova delibera”, ha detto il preside. Basta che la motivazione non sia legata al Ramadan…

Difficile cogliere invece il nesso con la vicenda dei rilievi critici rivolti alla scuola dal ministro Valditara per gli scarsi risultati ottenuti dagli studenti nelle prove Invalsi, notevolmente inferiori della media regionale. Con una popolazione scolastica in elevata misura multietnica e con un basso indice ESCS (Economic, Social and Cultural Status) i risultati scarsi erano abbastanza prevedibili. Di qui la necessità, riconosciuta comunque dallo stesso ministro, di “aiutare queste realtà di frontiera”. Ecco, questa è la via maestra, la cosa “giusta” da fare.

Una curiosità: nella stessa città di Pioltello (36 mila abitanti a Est di Milano) esiste un altro Istituto comprensivo (l’IC Mattei – Di Vittorio) che presenta una percentuale di alunni stranieri che supera il 60%. Qui però non si è ritenuto opportuno effettuare la chiusura in occasione della fine del Ramadan.

Per approfondimenti:

Pioltello, docenti scrivono una lettera: ‘Aggrediti dallo Stato’. Barbacci (Cisl Scuola): ‘Rispettare decisioni degli organi collegiali’
Pioltello, da USR Lombardia evidenziate irregolarità delibera su chiusura scuola per fine Ramadan

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