Piano programmatico e maestro unico: anche le Regioni si fanno sentire

La Regione Lazio, come Marche e Toscana, ha assunto posizione, approvando due mozioni, contro i tagli agli organici e contro la riorganizzazione della scuola elementare con il ritorno al maestro unico. Due provvedimenti – come dichiarato dall’assessore all’istruzione del Lazio e coordinatrice della IX Commissione Istruzione della Conferenza dei presidenti delle Regioni Silvia Costa – che avrebbero un impatto rilevante nel Lazio perché il 58,3% delle classi della scuola elementare funzionano con orario di 30-32 ore settimanali e il 41,6% a tempo pieno.

Del piano programmatico – reso noto solo da pochi giorni – e di cui si parlerà in Conferenza Unificata questa settimana, Silvia Costa ha sottolineato “…l’assoluta distanza tra le rassicurazioni verbali del Ministro e il contenuto del piano …nel quale non si prevede affatto la garanzia di conferma o addirittura di ampliamento del tempo pieno…”.

La concessione del tempo pieno – continua la Costa – è affidata ad un’opzione dai contorni incerti, se si considera che l’ampliamento d’orario è affidato alle economie attualmente non quantificabili derivanti dal taglio”.

Il Coordinamento degli assessori regionali per l’Istruzione ha espresso, inoltre, la contrarietà al ritorno al maestro unico, chiedendo l’abrogazione dell’art. 4 del decreto legge 137/2008, attualmente in discussione alla Camera. Contrarie solo la Lombardia ed il Veneto.

Gli assessori, infine, lamentano che è dallo scorso 6 luglio che non riescono ad incontrare il ministro Gelmini per confrontarsi su questioni che riguardano direttamente le loro competenze istituzionali, con particolare riferimento alla razionalizzazione e qualificazione della rete scolastica.

Un confronto che sarebbe stato quanto mai necessario con riferimento anche alle prospettive che si sono determinate con l’approvazione lo scorso 3 ottobre da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge sul federalismo fiscale, che non ha recepito le modifiche proposte con determinazione dalla Conferenza delle Regioni circa le modalità di finanziamento dell’istruzione.