Piano Gelmini: scontro duro con i sindacati

Noi contiamo su una iniziativa unitaria. Altrimenti…”. Il segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, non lo dice apertamente ma fa chiaramente capire, nel comizio tenuto sabato scorso a Roma, che sulla scuola il suo sindacato è deciso a combattere una battaglia dura, frontale, fino allo sciopero generale. Meglio se unitario, altrimenti della sola CGIL.

Più cauti, per il momento, sembrano gli altri segretari confederali Bonanni (CISL) (“La mia impressione è che si stia tagliando solo per fare cassa”) e Angeletti (UIL), e anche la Polverini (UGL), la cui organizzazione è uscita rafforzata dalle più recenti vicende sindacali, ultima quella dell’Alitalia.

I sindacati di categoria, con gradazioni diverse, sono invece praticamente tutti già sul piede di guerra. Per Francesco Scrima, segretario della CISL Scuola, il piano consegnato ai sindacati dalla Gelmini è molto diverso da quello fatto circolare informalmente nei giorni precedenti perché, per esempio, “il tempo pieno scompare persino nella terminologia“, mentre “il maestro unico si conferma come modello di riferimento per tutta la scuola primaria, a prescindere dalle diverse opzioni orarie, con un effetto di trascinamento sulla scuola dell’infanzia“.

Analoghe sono le valutazioni della Flc-Cgil (Pantaleo, neosegretario: “questo disegno porta allo stravolgimento della scuola pubblica“) e della UIL (Di Menna: servirebbe un “colpo di magia“…). Anche i sindacati autonomi SNALS e Gilda degli insegnanti, oltre che tutta la galassia dei comitati di base, criticano pesantemente la politica dei tagli di organico e la scelta del maestro unico. Più misurata, almeno per ora, è la reazione dell’ANP, che però si troverà anch’essa alle prese con il taglio degli organici dei dirigenti scolastici (fino a 1700 posti), derivante dalla preventivata soppressione delle sedi scolastiche sottodimensionate.