Rinnovo del CCNL: per un vero cambiamento i sindacati devono trovare unità di visione e di azione

Il rinnovo triennale del contratto integrativo sulla mobilità del personale scolastico registra un nuovo strappo all’interno dei sei sindacati rappresentativi.

Dopo lo sciopero generale di dicembre (sostanzialmente fallito) che aveva registrato la rottura tra i sindacati del comparto istruzione con la sola Cisl-scuola a continuare il confronto con il ministero anziché proclamare astensione dal lavoro, anche per il rinnovo del contratto sulla mobilità il sindacato della Gissi ha assunto una posizione favorevole, differenziandosi dagli altri sindacati che non hanno voluto sottoscrivere l’ipotesi contrattuale.

La rottura, soprattutto tra i sindacati confederali, non è certamente un buon segnale per la categoria e per la scuola, alla vigilia di due importanti scadenze: il rinnovo del contratto nazionale e le elezioni delle RSU.

Se per quest’ultime – il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie – la divisione tra i sindacati non costituisce problema, trattandosi, infatti, di una competizione elettorale dove ognuno partecipa per ottenere consensi per le proprie liste (tuttavia l’attuale divisione potrebbe inasprire i toni della campagna elettorale), ben altra questione è quella del rinnovo del contratto nazionale scaduto ormai da tre anni.

Una divisione tra i sindacati indebolisce la linea rivendicativa e disorienta la categoria proprio in un momento storico che richiede invece apertura condivisa al cambiamento.

Le drammatiche vicende determinate dalla pandemia hanno costretto il mondo della scuola a utilizzare nuove forme di relazione con l’utenza, ad adottare modalità alternative all’insegnamento tradizionale, a soprassedere ai momenti collegiali in presenza, utilizzando le videoconferenze da remoto. DDI, smartworking, remotizzazione, etc: nuove parole chiave che devono essere metabolizzate e diventare, in maniera intelligente, oggetto di nuova materia contrattuale.

In due anni nella scuola molto è cambiato: la scuola di oggi, per certi versi, sembra lontana anni luce da quella che conoscevamo prima della pandemia. E ancora più lontana appare – a nostro avviso – da quella che dovrebbe essere. Gli investimenti del PNRR e il trend demografico offrono opportunità uniche per ridisegnare il sistema secondo modelli più avanzati, che non ci stanchiamo di descrivere con il progetto “La scuola che sogniamo”.

Il CCNL dovrà recepire quindi il cambiamento già in corso ed auspicabilmente quello più ambizioso, che potrebbe segnare una svolta epocale.

Ma per essere all’altezza di questo rinnovo straordinario, i sindacati dovranno liberarsi dai tanti lacci e lacciuoli che li possono frenare. E, soprattutto, dovranno ritrovare una unità di visione e di azione che alla vigilia del rinnovo sembra mancare, e che li potrebbe trovare perdenti, allontanandoli dal personale da rappresentare e tutelare.