Percorso accelerato per ripristinare il tempo pieno ante Moratti

Non sembra destinata a spegnersi l’azione del movimento a favore del tempo pieno che, a cominciare da Bologna, sta facendo proseliti con tanto di adesioni e di documenti di sostegno in diverse parti dell’Italia centro-settentrionale.
Le dichiarazioni dei giorni scorsi del viceministro alla Pubblica Istruzione, Mariangela Bastico, secondo cui il modello di tempo pieno “spezzatino” alla Moratti (27+3+10 = 40 ore), pur non essendo il meglio, aveva comunque salvato sostanzialmente il tempo pieno (che, come si sa, in questi ultimi anni ha continuato a crescere per domanda di iscrizioni e per nuove classi costituite) non sono piaciute.
Per il movimento a difesa del tempo pieno la risposta non può che essere quella di abrogare la norma morattiana, anche se i danni possibili sono rimasti a livello virtuale (quante scuole a tempo pieno, usando la propria autonomia organizzativa, hanno dato retta in effetti alla riorganizzazione “a spezzatino” ipotizzata dal decreto Moratti?).
La Bastico, a questo punto, si è adeguata e ha affermato che il decreto legislativo della Moratti sarà riformato. “Faremo un disegno di legge dal titolo “Norme urgenti in materia di istruzione”, per avere un canale preferenziale nel dibattito parlamentare, che andrà a ripristinare il tempo pieno come progetto educativo a 40 ore, con le compresenze. Insomma, il modello che la Moratti ha cancellato. Basta con il tempo scuola-spezzatino“. E l’iniziativa legislativa è stata confermata dal presidente del Consiglio in persona, che intervenendo sabato 1 aprile all’inaugurazione di una mediateca a San Lazzaro di Savena, vicino a Bologna, ha affermato che “la lunga presenza a scuola è un’occasione che deve essere data alle famiglie ma soprattutto un modello indispensabile, per non rischiare di essere educati soltanto dalla tv babysitter“.