Parte la riforma tra autonomia e atteggiamenti ostruzionistici/2

La nuova figura professionale del tutor è circondata da un fiume di polemiche che non affronta il cuore del problema: è utile la funzione tutoriale, e a cosa serve? Come costruirla, quali le ricadute? L’avvio del negoziato, avvenuto, con un ritardo che pesa, solo il 30 agosto scorso, dovrebbe consentire di definire il quadro organico normativo ed economico e di dotare i collegi dei docenti degli strumenti contrattuali per gestire l’innovazione.
Lo stato di confusione e disorientamento che si respira in molte scuole sembra dovuto, soprattutto, alla mancanza di un intervento di largo respiro capace di accompagnare la graduale acquisizione del necessario livello di informazione e delle implicazioni operative soprattutto da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici.
A partire dall’approvazione del primo decreto avrebbe dovuto essere resa operativa un’organica azione di formazione in servizio di tutto il personale della scuola (Tuttoscuola lo scrisse subito, v. TuttoscuolaFOCUS n.45/141 dell’8 marzo 2004). Così non è stato, e ora se ne pagano le conseguenze.
Se questo è il contesto, ciò non significa a nostro avviso che il personale scolastico possa arbitrariamente stabilire cosa va fatto e cosa non va fatto. Sembra quasi, infatti, che, in attesa della definizione della trattativa sulla funzione tutoriale, sia giustificato disattendere i contenuti della riforma in nome di una autonomia concepita, in realtà, per esaltare la capacità innovativa delle istituzioni scolastiche e non per disattendere regole di comportamento definite dal Parlamento.
Un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti a questo punto è indispensabile.