Ocse, scuola italiana tra le migliori in Europa, ma non tutti esultano

Davvero inclusiva e in grado di ridurre il gap tra ricchi e poveri. Questo è quanto emerso da uno studio Ocse che ha dimostrato come la scuola italiana sia tra le migliori d’Europa. Fedeli e Renzi hanno espresso piena soddisfazione per i risultati raggiunti, anche se la ministra dell’Istruzione ha comunque aggiunto che “dobbiamo continuare a lavorare per rendere la scuola ancora inclusiva“. Peccato che non tutte le reazioni alla notizia dell’Ocse siano state altrettanto positive.

Bagnasco: ‘Una buona notizia per la scuola italiana’

Tra coloro che hanno esultato di fronte allo studio c’è il Cardinal Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei e dei vescovi europei: “Questa è una buona notizia per la scuola italiana e per il Paese perché a volte sembra che dobbiamo essere sempre gli ultimi della classe e invece pare che non sia così, anche con questo riconoscimento. Sulla scuola bisogna puntare sempre di più – ha affermato il cardinale – perché sempre di più si rivela la necessità di un’educazione integrale, una formazione sempre più completa nella collaborazione e nell’alleanza tra famiglia, scuola e, io aggiungo, comunità cristiana per i credenti, perché non bastano le leggi. I problemi gravi che ci troviamo a affrontare non si risolvono solo con le leggi – ha concluso il cardinale – che sono necessarie, ma con una coscienza spirituale, morale e nella formazione umana che, se i ragazzi e tutti noi non abbiamo, non viviamo bene“.

Germontani: ‘Bene dati Ocse, ma parliamo anche delle differenze di genere sul mercato del lavoro’

Non si può dire che sia trapelata la stessa soddisfazione dalla parole della senatrice Maria Ida Germontani della Segreteria Nazionale di Idea – Popolo – Libertà, il partito di Gaetano Quagliariello: “Fa piacere leggere i dati dell’Ocse – ha dichiarato Germontani in una nota – che attestano come la scuola italiana riesca a svolgere la propria funzione di equità e di ascensore sociale tra ricchi e poveri. Meno incoraggianti sono i dati diffusi dall’indagine Hays Gender Diversity sulle differenze di genere nel mercato del lavoro in Italia e secondo cui il 49% delle donne si sente penalizzata rispetto agli uomini, stipendi inferiori e minori possibilità di carriera. Ma è mai possibile che su questo tema non ci sia una reale presa di coscienza delle Istituzioni? Così come è garantito il diritto allo studio per tutti dovrebbe essere sostenuto il diritto ad egual accesso nel mondo del lavoro“.

M5S: ‘Renzi e Fedeli non possono parlare’

Il Movimento 5 Stelle ha invece espresso le sue perplessità nei confronti delle reazioni di Renzi e Fedeli: “Se c’è qualcuno che di scuola non può parlare, quello è Renzi e anche il resto del suo partito, ministro dell’Istruzione in testa, che lo ha assecondato in tutto sulle politiche scolastiche, ha poco da esultare – hanno fatto sapere i parlamentari pentastellati in Commissione Cultura di Camera e Senato -. Siamo felici per i dati positivi diffusi dall’Ocse ma, al contempo, resta fermo che, purtroppo, il comparto scolastico soffre di gravi problemi. La ricerca dell’Ocse semmai conferma una cosa: ci sono aspetti del nostro sistema di istruzione che continuano a funzionare, nonostante Renzi, il Pd e gli orrori prodotti anche dai precedenti governi. Il suo governo è stato anche costretto a rimettere abbondantemente mano alla Legge 107 attraverso le deleghe ma, in alcuni casi, invece di apportare correttivi le misure sono state peggiorate“.

Studenti: ‘Esultanze ingiustificate’

Non sembrano troppo felici delle esultanze nemmeno gli studenti: “Le esultanze, anche istituzionali, sui dati italiani dell’Ocse non sono giustificate -afferma Gianmarco Manfreda, coordinatore nazionale Rete degli Studenti –  l’Italia rientra ampiamente nei Paesi in cui le disuguaglianze aumentano al di fuori del percorso scolastico, pur partendo da un indice di disuguaglianza all’interno del percorso scolastico appena al di sotto della media dei Paesi esaminati“. Nello studio Ocse, sottolinea Manfreda “vengono ritenuti ‘studenti avvantaggiati’ quelli con almeno un genitore laureato e oltre 100 libri in casa e ‘studenti svantaggiati’ quelli con meno libri e genitori con un livello inferiore di istruzione. Noi crediamo pertanto sia fondamentale l’innalzamento dell’obbligo scolastico – prosegue Mandreda – in modo da contrastare l’abbandono e favorire l’accesso al mondo universitario“.