Organici, il Parlamento propone (tagli) e il Miur… dispone

La tentazione di tagliare l’organico della scuola ha accomunato diversi degli ultimi governi, ma sempre con scarso successo.
Nel 1997 il Parlamento a maggioranza ulivista votò nella finanziaria un taglio del 3% del numero di docenti e Ata (di ruolo o supplenti annui) in servizio per ridurre gli organici della scuola in due anni di circa 29 mila unità (24,5 mila docenti e 4,5 mila Ata).
Al termine del triennio il numero complessivo era diminuito di 15 mila unità (metà dell’obiettivo) e l’anno dopo i soli docenti erano nuovamente cresciuti di quasi 13 mila unità, vanificando quasi completamente la riduzione complessiva prevista.
L’attuale Governo ricevette in eredità (al termine dell’anno scolastico 2000-2001) un organico di docenti e Ata per un totale di 1 milione e 85 mila addetti.
Decise di sfoltire i ranghi con una cura da cavallo che in tre anni avrebbe dovuto ridurre il personale di oltre 45 mila unità (35 mila docenti e 10 mila Ata).
Alla data del giugno scorso i docenti erano invece diminuiti solamente di meno di 7 mila unità e gli Ata di circa 8 mila, cioè 15 mila in tutto: un bottino molto magro rispetto alla riduzione attesa.
Occorrerà attendere qualche settimana ancora per conoscere la situazione di fatto di questo anno scolastico, ma si può già dire che ancora una volta l’Amministrazione scolastica esce dalle forche caudine dei tagli di organico con il minimo di danno contenendo ampiamente la previsione di riduzione disposta dalla legge e attuando nei fatti un’applicazione molto meno severa.
Le strade per rendere più robusto l’organico di fatto sono, di volta in volta, le più impreviste e motivate: nel ’99 arrivò l’innalzamento dell’obbligo, nel 2003 gli anticipi e ogni anno i nuovi posti in deroga per il sostegno.
Insomma, il Parlamento propone e il Miur… dispone.