Nuovo esame di maturità: il 2019 è vicino, ecco come cambierà

Quest’anno è andato in scena per la penultima volta l’esame di maturità old style, quello ridisegnato da Luigi Berlinguer a partire dal 1999. Poche sorprese, salvo l’incremento dei voti più alti in alcune scuole del Nord, in un quadro complessivo però di ribadito primato di quelle del Sud per quanto riguarda i 100 e lode. Nell’anno scolastico 2018/19 arriverà invece il nuovo esame di maturità.

Nuovo esame di maturità: i crediti scolastici

La tendenza verosimilmente non sarà modificata dal nuovo calcolo dei punteggi previsto per l’edizione del 2019 (fino a 40 punti su 100 anziché i 25 attualmente previsti per il curriculum scolastico degli ultimi tre anni), dal momento che anche con l’attuale disciplina occorre avere crediti scolastici al massimo livello per aspirare al 100 e alla lode. A parità di crediti insomma peserà di più il curriculum, e si ridurrà l’alea dell’esito delle prove scritte.

Nuovo esame di maturità: addio terza prova

Prove che si ridurranno a due, perché la ‘terza prova’ andrà in pensione con la sua ambiguità strutturale: quella di essere una prova locale multidisciplinare basata su test afferenti a livelli di apprendimento stabiliti a livello nazionale. Una prova spesso improvvisata, che l’allora presidente del Cede-Invalsi Benedetto Vertecchi, sostenitore inascoltato della terza prova nazionale, paragonò alla minestra di Fra Ginepro, “che mise in un unico calderone polli con le penne, uova col guscio e quant’altro”.

Nuovo esame di maturità: il ruolo dell’Invalsi

In questa funzione di verifica dei livelli di apprendimento la terza prova locale sarà sostituita dai test nazionali Invalsi (quelli del quinto anno), collocati però fuori dell’esame di maturità per evitare sovrapposizioni o concorrenza con esso ma essenzialmente disciplinari (riguarderanno la padronanza dell’italiano, della matematica e dell’inglese) e perciò privi di quella dimensione interdisciplinare che almeno nelle intenzioni avrebbe dovuto caratterizzare la terza prova locale, e che certamente avrebbe avuto se fosse stato accolto il punto di vista ‘nazionalista’ di Vertecchi e di altri membri del Consiglio direttivo del Cede-Invalsi allora in carica.

Per la verità una piccola e sia pur parziale rivincita di questo punto di vista potrebbe essere individuata nella riformulazione che la legge 107 fa della seconda prova scritta, che ha (avrà) per oggetto “una o più discipline caratterizzanti il corso di studio ed è intesa ad accertare le conoscenze, le abilità e le competenze attese dal profilo educativo culturale e professionale della studentessa o dello studente dello specifico indirizzo”.

Nuovo esame di maturità: i criteri per la valutazione delle prove 

Perché questa operazione abbia successo occorre però che si verifichino due condizioni: che la ministra emani al più presto il decreto che definisce “i quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento delle prove”, e che per la valutazione delle prove scritte, e magari anche di quella orale, vengano stabiliti criteri nazionali stringenti, in modo da assicurare una maggiore omogeneità e credibilità nazionale dei risultati. Bisogna far presto. Il 2019 è vicino…

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