Nuovo anno scolastico e sicurezza: il punto della situazione

È di qualche giorno fa la notizia della condanna di Franca Principe, preside del liceo Pisacane di Sapri, imputata per lesioni colpose gravi con violazione della disciplina antinfortunistica, in relazione al grave incidente occorso a un ragazzo, il quale, qualche giorno dopo aver terminato le prove di maturità, si era recato a scuola per assistere all’esame orale di un compagno. Se quindi uno studente si fa male a scuola la responsabilità (anche penale) è pure del preside. La sicurezza continua quindi a essere un pensiero non da poco per i Dirigenti Scolastici, la prima vera fonte di stress. A dirlo è anche Vito Pecoraro, preside della scuola più grande di Italia. A oggi facciamo un punto su sicurezza ed edilizia scolastica con l’aiuto del rapporto redatto da FLC CGIL, “Novità e questioni emergenti: cosa sapere prima della ripartenza”.

Il patrimonio edilizio scolastico consta di 42.000 edifici, ma in Anagrafe Nazionale ne risultano inseriti solo 36.000. Numerosi rapporti ministeriali confermano la difficoltà nel portare a termine gli interventi programmati: su 2.787 cantieri avviati negli ultimi anni per realizzare scuole nuove, interventi di adeguamento o miglioramento sismico e per interventi di efficientamento energetico, ne sono stati conclusi meno della metà, non utilizzando a pieno i fondi ad essi destinati. Ai 13.313 interventi autorizzati dal 2013 si aggiungono le 7.313 indagini diagnostiche sui solai di altrettanti edifici.

Anche gli interventi degli EE.LL. risultano complessi e tardivi, con una grande disparità tra nord e sud; continuano a mancare certificazioni sulla condizione degli edifici e la loro sicurezza; restano complessi i rapporti con gli EE.LL., proprietari degli immobili, e ci sono difficoltà di intervento dei loro stessi uffici tecnici.

Sono stati annunciati 1,5 miliardi per interventi di adeguamento degli edifici a fronte dei 7 miliardi promessi, senza una regia nazionale e una definizione delle priorità, con il rischio di dispersione. Sulla situazione pesa inoltre la mancata soluzione del problema degli appalti pubblici che spesso naufragano in fallimenti di ditte e in lavori mal eseguiti.

Dal 2013 è stata modificata radicalmente la governance sull’edilizia scolastica. Prima, infatti, le risorse erano assegnate a diversi Ministeri con diverse competenze e questo creava sovrapposizioni, poca chiarezza, mancanza di coordinamento nella distribuzione dei finanziamenti, carenze nel monitoraggio; in questi anni sono quindi state apportate alcune importanti innovazioni:

– Osservatorio nazionale dell’edilizia scolastica presso il MIUR – ricostituito dopo 18 anni – e Anagrafe Nazionale dell’edilizia scolastica – ugualmente riattivata dopo molti anni;
–  Fondo unico dell’edilizia scolastica presso il MIUR (istituito con DL 179/12);
–  Istituzione della Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole e Gruppo di lavoro con la Protezione civile per promuovere la sicurezza nelle scuole.

Le indicazioni della FLC e della CGIL

La CGIL e la FLC CGIL sono impegnate nella contrattazione sociale e territoriale sull’edilizia scolastica, con il Governo e con tutti gli altri interlocutori istituzionali coinvolti (MIUR e sue articolazioni periferiche, regioni, provincie e comuni, ecc.), sulle priorità individuate dai territori, dalle scuole e dalla società civile. Nella stesura delle piattaforme dovrà essere coinvolta tutta la Comunità Scolastica, OO.SS., RSU, Consigli di istituto, studenti, genitori, personale della scuola e cittadini mediante le loro forme associative. Si tratta di costituire vere e proprie “cabine di regia” che impostino su specifiche linee guida un ventaglio di esigenze e obiettivi quali:

–  monitoraggio dello stato degli edifici e priorità degli interventi a partire dalle condizioni delle situazioni più a rischio;
–  controllo sui criteri distributivi delle risorse;
–  controllo sui tempi di attivazione, su correttezza delle procedure e legalità, avvio di politiche pubbliche a sostegno dei servizi a supporto della scuola (trasporti, mense, percorsi educativi non formali, palestre, aree verdi…), come contrasto alla crescente povertà educativa ed economica riguardanti le famiglie e come politica di orientamento di stili di vita individuali e collettivi sostenibili e condivisi sui territori.

Si tratta in ultima istanza di far vivere e far ripartire, anche sul versante dell’edilizia e sulla sicurezza degli edifici scolastici, un’idea di scuola più avanzata, più democratica, più inclusiva e più efficiente in grado di soddisfare appieno le esigenze di una didattica attiva e laboratoriale e il compito istituzionale che la nostra Costituzione le affida.