Sicurezza a scuola: condannata la preside del liceo ‘Pisacane’

Se uno studente si fa male a scuola la responsabilità (anche penale) è pure del preside. È quanto ha stabilito la Cassazione. La Suprema Corte ha confermato la condanna – a un mese di reclusione (condizionalmente sospesa) e al pagamento di un risarcimento danni – della preside Franca Principe del liceo Pisacane di Sapri e dell’ingegnere responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’istituto. Entrambi, secondo quanto riportato da Agi.it, sono stati imputati per lesioni colpose gravi con violazione della disciplina antinfortunistica, in relazione al grave incidente occorso a un ragazzo, il quale, qualche giorno dopo aver terminato le prove di maturità, si era recato a scuola per assistere all’esame orale di un compagno.

I fatti per i quali preside e ingegnere sono stati condannati risalgono al 2011, quando un ragazzo si era recato al liceo “Pisacane” per assistere all’interrogazione dei suoi compagni.  Il ragazzo era inciampato e finito nel terrazzino; uno dei lucernai del pavimento non aveva retto al peso, sfondandosi con lo studente finito a terra nell’atrio dopo un volo di oltre sette metri. Ora la quarta sezione penale della Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Potenza, che aveva ritenuto i due imputati responsabili dell’infortunio, come già stabilito in primo grado dal tribunale di Lagonegro.

 La Suprema Corte rileva come “non può trascurarsi che in tema di prevenzione infortuni nelle istituzioni scolastiche, soggetto destinatario dell’obbligo di sicurezza è il dirigente che abbia poteri di gestione” e che tali poteri erano “incontestabilmente riconosciuti ed effettivamente svolti” dalla dirigente scolastica del liceo dove avvenne l’incidente. L’imputata, aggiungono i giudici del ‘Palazzaccio’, “avrebbe potuto e, soprattutto, dovuto segnalare alla Provincia le problematiche dell’istituto alla stessa affidato” – come  “l’insicurezza del solaio in questione per la presenza di aperture coperte da fragili lucernai” – “illustrando la situazione e chiedendo e sollecitando i conseguenti interventi strutturali”, cosa che invece non avvenne.

Gli accertamenti compiuti nel corso del procedimento hanno appurato che “le richieste, pur in effetti inoltrate all’ente territoriale e ad altri soggetti pubblici, non contenevano però alcuna menzione della problematica in questione”. Nel caso in esame, “si preferì – si legge nella sentenza depositata oggi – affidarsi ad una soluzione, per così dire, ‘artigianale’, che si rivelò purtroppo in concreto insufficiente per eliminare il pericolo”.

Lo scorso maggio a sostegno della DS Franca Principe il mondo della scuola si è mobilitato per chiedere la modifica della legge 81/ 2008, il testo unico sulla sicurezza sul lavoro, che regolamenta anche i compiti dei presidi nell’ambito della sicurezza della scuola, intesa come luogo di lavoro. “Secondo la legge in vigore – è stato evidenziato durante il processo dalla pubblica accusa – le responsabilità sono comunque del dirigente scolastico”.