Nuovo anno scolastico al via anche in Puglia, ma ancora troppe cattedre vuote

Oggi, 20 settembre, anniversario storico della Breccia di Porta Pia che nel 1870 spianò la strada a Roma, capitale d’Italia, cade anche l’ultimo scampolo di vacanza per gli studenti pugliesi che, ultimi rispetto a tutti gli altri coetanei italiani, sono rientrati questa mattina nelle aule che avevano lasciato tre mesi a fa.

Se saranno più fortunati dei loro coetanei che sono già entrati a scuola da giorni, forse troveranno molti insegnanti, di ruolo o supplenti, già in cattedra. Forse.

Non è stato così per gli alunni delle altre regioni italiane che, soprattutto nelle grandi città, hanno cominciato le lezioni con gli organici dei docenti a ranghi ridotti. E, purtroppo, in molti casi, addirittura, le cattedre sono tuttora da assegnare.

Se va bene, le scuole potranno disporre provvisoriamente dei docenti attesi forse a fine mese, grazie a molte supplenze conferite dai capi d’istituto, in attesa che gli uffici scolastici (o le scuole polo in ciò delegate) assegnino gli insegnanti nominati dalle graduatorie.

 Altrimenti, come avviene da ann, occorrerà avere pazienza e sperare che, in qualche caso estremo addirittura verso Natale, le pedine vadano finalmente al loro posto.

Ogni anno è sempre così, con le legittime proteste delle famiglie che se la prendono sull’incolpevole dirigente scolastico, terminale di un sistema incapace di assicurare fin dall’inizio la regolarità delle lezioni.

I genitori non ancora assuefatti a questa patologia del nostro sistema si chiedono: come è possibile che nei tre mesi di stacco dalla fine delle lezioni a giugno ad oggi non sia stato possibile provvedere alla squadra dei docenti nelle scuole?

Non ci stancheremo mai di ripeterlo. Le operazioni di mobilità, da cui dipendono tutte le altre procedure di assegnazione del personale, devono cominciare per tempo e concludersi per i primi mesi dell’anno, in modo da consentire l’espletamento di tutte le altre procedure di impiego del personale in tempo utile per l’inizio delle lezioni.

Tutto questo guidato dall’imperativo categorico di dare priorità assoluta ai diritti degli alunni, a cui devono adeguarsi gli interessi dei docenti.